Le truppe eritree si starebbero ritirando dal Tigray, dove sono impegnate a fianco dell’esercito federale in una guerra che dura da oltre due anni. Le operazioni non sono state ancora ufficializzate, ma fonti credibili hanno confermato che i soldati eritrei hanno cominciato a varcare il confine tigrino-eritreo nella città di Sheraro.
Il ritiro soddisfa una delle principali condizioni definite nell’accordo di pace firmato il 2 novembre in Sudafrica tra Addis Abeba e Makallé e sancito nell’incontro tra le due parti a Nairobi (Kenya) il 12 novembre.
La scelta di fare un passo indietro da parte dell’Eritrea è stata favorita dalla prima visita in Tigray, la scorsa settimana, di una delegazione di 50 alti responsabili del governo federale. Nell’occasione gli esponenti del governo e i leader del Fronte di liberazione del popolo del Tigray (Tplf) hanno discusso anche le modalità con cui il Tplf dovrà consegnare gli armamenti pesanti all’esercito federale (anche questa una condizione definita negli accordi di pace).
Nel frattempo l’Ethiopian Broadcasting Corporation ha annunciato, attraverso l’amministratore delegato Frehiwot Tamiru, la ripresa del servizio telefonico di Ethio-Telecom, che consente la piena ripresa del lavoro in 61 succursali bancarie. Tamiru ha anche comunicato che Telcom ha riabilitato 981 km di linea di fibra ottica, facilitando il ritorno alla normalità in 27 città nella regione.
L’incontro tra ufficiali governativi e membri del Tplf ha spianato il terreno al viaggio compiuto lo scorso giovedì da dirigenti dell’Unione africana. Che hanno lanciato a Makallé la Missione di monitoraggio e di verifica degli accordi facilitata dal’ex presidente nigeriano Olusegun Obasanjo, dall’ex presidente kenyano Uhuru Kenyatta e da Phumzile Mlambo-Ngcuka, ex vice presidente del Sudafrica.