In Etiopia proseguono e si intensificano i combattimenti nella regione Amhara, a nord della capitale Addis Abeba, tra le milizie locali FANO e le forze dell’esercito regolare.
Sia Bahir Dar, la capitale della regione, sia la storica città di Gondar sono l’epicentro di scontri violenti che hanno provocato vittime, feriti, distruzione e grave disagio tra la popolazione locale.
Sanitari del Tabor Medical Center di Bahir Dar hanno dichiarato che il centro ha accolto centinaia di persone ferite.
Gli scontri, come già riportato da Nigrizia, erano iniziati ad aprile, con la decisione del governo federale di emettere un ordine di integrazione nelle forze federali di tutte le forze di sicurezza – fino allora autonome – delle 11 regioni dell’Etiopia.
Un’ingiunzione che le milizie amhara avevano rigettato.
Oltre a Bahir Dar, le milizie amhara hanno affermato di aver preso il controllo di diverse altre città, tra cui una parte significativa di Debre Birhan, polo industriale situato a solo 130 chilometri a nord di Addis Abeba.
Temesgen Tiruneh, capo dell’Etiopia National Intelligence e dei Servici di Sicurezza (NISS), aveva dichiarato due giorno or sono che diverse aree erano effettivamente cadute sotto il controllo delle forze avversarie e che i miliziani amhara avevano rilasciato molti criminali incarcerati nelle aree sotto il loro controllo.
Tra l’altro, il 4 agosto, l’Etiopia aveva dichiarato lo stato di emergenza per contenere l’escalation della violenza nella regione.
Tiruneh ha affermato infine che il governo ha progettato quattro posti di comando nella seconda regione più popolosa dell’Etiopia per far fronte alla presente situazione di insicurezza.
I disordini avevano costretto la compagnia aerea nazionale (Ethiopian Airlines) a sospendere i voli verso le tre principali destinazioni nella regione amhara.
Dal canto suo, il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), l’etiopico Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha affermato che «l’accesso umanitario è reso difficile per il blocco delle strade e le comunicazioni sono compromesse a causa della sospensione di Internet».
«Chiediamo l’accesso ininterrotto e la protezione dell’assistenza sanitaria in amhara – ha aggiunto Tedros – per permettere all’OMS e ai nostri partner di continuare il nostro lavoro».
Anche altre agenzie umanitarie dell’ONU ribadiscono che la regione amhara sta affrontando situazioni umanitarie e sanitarie disastrose.
Un’epidemia di colera tuttora in corso ha colpito 18 distretti in tutta la regione, con un totale di 2.343 casi segnalati con almeno 40 decessi nel giro di due settimane.
Anche la risposta umanitaria agli sfollati, stimati in oltre 595mila, rimane gravemente insufficiente e il continuo afflusso nella regione di rifugiati, richiedenti asilo e rimpatriati etiopici a causa della guerra nel vicino Sudan peggiora la situazione.
Secondo alcune fonti, infine, truppe eritree sarebbero rientrate nelle aree di Humera, Korarit, Welkait e altre del Tigray occidentale occupate dalle milizie amhara durante la guerra tra Macallè e Addis Abeba.
Ufficiali eritrei – secondo tali fonti – starebbero addestrando miliziani del gruppo FANO presso Humera, inviandoli poi nella regione per unirsi ai combattenti contro Addis Abeba.
Da parte del governo non vi sono state tuttavia conferme riguardo a queste operazioni.