La Commissione elettorale nazionale (Nebe) ha annunciato che la maggior parte degli abitanti in sei zone (Konso, South Omo, Wolayta, Gamo, Gedeo, Gofa) e cinque distretti speciali (Burji, Basketo, Ale, Amaro, Dirashe) nella regione delle Nazionalità e delle Popolazioni delle Nazioni meridionali (Snnp), in totale oltre 3 milioni di aventi diritto, ha votato per l’istituzione di un nuovo “Stato-regione dell’Etiopia meridionale” durante un referendum tenutosi lo scorso 6 febbraio.
La Commissione ha tuttavia affermato che è in attesa di una decisione sui risultati delle elezioni nella zona di Wolayta a causa di pesanti irregolarità verificatesi prima e durante il processo elettorale, con denunce di frode di voti.
Pertanto, secondo una dichiarazione diffusa il 20 febbraio, la Commissione ha verificato e approvato i risultati del referendum tenutosi in cinque zone (Konso, Sud Omo, Gamo, Gofa e Gedèo) e nei cinque distretti speciali, dove la maggioranza ha votato per l’unione e la formazione del 12° Stato-regione dell’Etiopia.
Quanto alla sesta zona, lo Wolayta, la Commissione ha annunciato che sono state commesse “gravi violazioni procedurali” nel referendum, per cui è necessario svolgere indagini per verificare le eventuali irregolarità in vari seggi elettorali durante la registrazione degli elettori e nel processo di voto.
Tra le presunte violazioni sono state notate la mancata corrispondenza delle firme degli elettori, l’eliminazione e la riconfigurazione dei risultati delle elezioni, l’affluenza al 100% degli elettori, il coinvolgimento di funzionari locali nel distribuire carte d’identità temporanee per gli elettori nel giorno delle elezioni.
Dal 2018, allorché divenne primo ministro Abiy Ahmed, si sono aggiunti due nuovi Stati regionali ai nove in cui il paese era suddiviso: il Sidama nel 2019 e il Sud-Ovest nel 2021.
La Costituzione del 1995, sancita quattro anni dopo la caduta del regime militare marxista di Menghistu Haile Mariam, era stato introdotto dalla coalizione di partiti che assunse il potere, un sistema di “federalismo etnico” basato su criteri geografici e linguistici, al fine di offrire un maggior grado di autonomia alle oltre 80 etnie del paese, il secondo più popoloso dell’Africa, con circa 120 milioni di abitanti.
Una struttura sociale, il federalismo etnico, che secondo molti critici aveva provocato il graduale peggioramento delle relazioni e i ripetuti conflitti interetnici verificatisi lungo gli anni.
