Alla scadenza, il 12 ottobre, il mandato della Commissione internazionale di esperti sui diritti umani in Etiopia (ICHREE) non sarà rinnovato.
La Commissione era stata istituita il 17 dicembre 2021 dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite su una mozione presentata dall’Unione europea e aveva il compito di indagare sulle violazioni dei diritti umani nel paese.
Secondo alcuni diplomatici il mancato rinnovo è dovuto a una forte opposizione africana e in particolare dell’Etiopia, che si era sempre fortemente opposta al lavoro dell’ICHREE, descrivendola come motivata politicamente.
Il governo etiope, che nega di aver commesso abusi diffusi, sostiene che non sia necessaria la presenza di esperti esterni, promuovendo invece le proprie politiche di giustizia nazionale.
Solo poche settimane fa, il 18 settembre, in un rapporto, la Commissione aveva denunciato che nel paese vengono ancora commessi crimini di guerra e crimini contro l’umanità, in particolare nelle regioni Tigray e Amhara.
Gli esperti dell’ONU parlano violenze diffuse contro la popolazione con almeno 10mila persone, per lo più donne e ragazze, stuprate e vittime di altre violenze sessuali.
E in un’analisi pubblicata il 3 ottobre hanno avvertito della presenza di “rischi caratteristici” di una situazione che può degenerare, producendo “ulteriori crimini atroci” e mettendo a repentaglio la sicurezza in tutta l’Africa orientale.
A conferma, il 25 settembre il Consiglio etiope per i diritti umani (EHRCO), organizzazione indipendente, ha accusato le autorità di continuare ad operare arresti arbitrari ad Addis Abeba.
Arresti iniziati ad agosto, dopo l’imposizione dello stato di emergenza dichiarato in risposta al riacutizzarsi della violenza in Amhara, dove continuano a essere segnalati scontri tra le truppe governative e le milizie locali FANO. Combattimenti sono segnalati anche in molti altri luoghi in tutta la regione.
Sempre il mese scorso una conferenza annuale di pace ad alto livello – partner l’Unione africana e l’ONU -, prevista per ottobre nella capitale regionale Bahir Dar, è stata rinviata all’aprile del prossimo anno, adducendo “circostanze impreviste”.
Il mancato rinnovo del mandato dell’ICHREE è stato definito “scandaloso” da Human Rights Watch che, così come altre organizzazioni per i diritti umani, tra cui e Amnesty International, aveva chiesto agli Stati membri del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite di concedere all’EHRCO un altro anno di lavoro.
La mancanza di una risoluzione di rinnovo rischia di avere ripercussioni negative su Addis Abeba che sta cercando di normalizzare le relazioni con i donatori occidentali.
In particolare con l’Unione europea, che solo due giorni fa ha sbloccato un pacchetto di aiuti da 680 milioni di dollari, congelato nel 2021 a causa della guerra in Tigray.
Finanziamenti concessi in cambio di progressi rapidi e tangibili sul piano della riconciliazione nazionale, della giustizia riparativa e della tutela dei diritti umani.