Etiopia: nuovo referendum autonomista il 6 febbraio 2023 - Nigrizia
Etiopia Politica e Società
11 aree del sud sceglieranno se formare insieme un dodicesimo stato federale
Etiopia: nuovo referendum autonomista il 6 febbraio 2023
13 Ottobre 2022
Articolo di Redazione
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Sidama-referendum
Elettori al referendum Sidama, il 20 novembre 2019 (Credit: Nathalie Tissot)

La Commissione elettorale nazionale (Nebe) etiopica ha annunciato lo svolgimento di un referendum che coinvolgerà diverse aree del sud del paese, per formare insieme un dodicesimo stato regionale. La data fissata è il 6 febbraio 2023 e i risultati saranno pubblicati il ​​15 febbraio successivo.

Il voto, approvato lo scorso 19 agosto dalla Camera della Federazione – la camera alta del parlamento -, si svolgerà in sei zone amministrative (Wolayita, Gamo, Gofa, South Omo, Gedeo e Konso) e cinque distretti speciali (Derashe, Amaro, Burji, Alle e Basketo), attualmente appartenenti allo Stato regionale delle nazioni, nazionalità e popoli del sud (Snnpr).

Gli ultimi referendum di questo tipo in Etiopia si sono svolti il 20 novembre 2019 e il 23 novembre 2021, sancendo la nascita di due nuovi stati federali, quello Sidama e quello del South West, entrambi separatisi dal Snnpr, mosaico di minoranze etniche e teatro di tensioni e violenze negli ultimi anni.

La possibilità di ricorso al referendum è sancita dall’attuale Costituzione, adottata nel 1995, improntata sul “federalismo etnico”, ovvero l’offerta di un certo grado di autonomia alle circa 80 comunità etniche che convivono nel secondo paese più popoloso dell’Africa (120 milioni di abitanti, il 70% sotto i 35 anni), all’interno di un sistema federale.

La reale possibilità di farlo, però, è stata frenata, anche violentemente, nei 27 anni di governo dell’Eprdf, una coalizione dominata dal Fronte di liberazione popolare del Tigray (Tplf), partito dell’élite minoritaria della regione del Tigray, oggi al centro del conflitto armato scoppiato due anni fa con lo stato centrale.

La svolta si è avuta con la nomina a primo ministro di Abyi Ahmed, nel marzo 2018, e con l’avvio di una serie di riforme che hanno tra l’altro liberato rivendicazioni territoriali e identitarie sempre più alimentate da esacerbati sentimenti di appartenenza e da vecchie dispute sulla terra derivanti da divisioni amministrative.

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