Etiopia: l’ominide Lucy compie 50 anni (ma ne ha 3 milioni in più)
Arte e Cultura Etiopia
I primi resti fossili di una femmina di australopiteco vissuta nel Pliocene furono rinvenuti il 24 novembre 1974 nella regione Afar. Una scoperta che rivoluzionò gli studi paleo-antropologici sull'evoluzione umana
Etiopia: l’ominide Lucy compie 50 anni (ma ne ha 3 milioni in più)
22 Novembre 2024
Articolo di Redazione
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Immagine computerizzata di Lucy, un ominide di 3,2 milioni di anni, il cui scheletro incompleto è stato trovato nel 1974 (Credit: Depositphotos/Immagine gratuita)

Lucy (Dinqinesh = Sei meravigliosa, in lingua amharica) compie 50 anni. Chi in Etiopia visita il Museo nazionale non può esimersi dall’ammirare Lucy, il reperto etiopico senza dubbio più famoso e più pubblicizzato nel mondo, tanto da suggerire al governo etiopico lo slogan “Visita l’Etiopia: la culla dell’umanità”.

Stiamo parlando dell’australopithecus afarensis Lucy, ominide scoperto il 24 novembre 1974 nel deserto della regione Afar, nel nord-est del paese, da un team di scienziati guidati da Maurice Taieb, Yves Coppens, Donald Johanson, Jon Kalb e Raymonde Bonnefille.

Il reperto risale a 3,18 milioni di anni fa ed è composto da 52 frammenti ossei, pari a circa il 40% dello scheletro di Lucy. Questi ritrovamenti all’epoca erano i più completi mai ritrovati e rivoluzionarono la comprensione riguardante gli antenati dell’umanità.

Secondo uno studio pubblicato nel 2016 Lucy, pur già contata tra gli ominidi, avrebbe trascorso un terzo del suo tempo sugli alberi, dove nidificava, e aveva ancora gli arti superiori molto sviluppati.

Venne chiamata Lucy in onore del fatto che al momento della scoperta i paleontologi stavano ascoltando la canzone Lucy in the sky with diamonds dei Beatles.

Alta circa 1,20 metri, pesava non più di 30 kg. Camminava in posizione eretta, aveva un’alimentazione onnivora e si ritiene avesse tra gli 11 e i 13 anni, considerata già età adulta.

Secondo il capo del dipartimento di paleontologia dell’Università di Addis Abeba, Sahleselasie Melaku, l’impatto di Lucy sull’intera disciplina paleo-antropologica è stato da allora in poi estremamente rilevante.

Altri paleontologi, ad esempio Jean-Renaud Boisserie, specializzato in Etiopia, direttore della ricerca scientifica presso il Centro nazionale francese, ha dichiarato che di fatto si sapeva fino allora molto poco del periodo di 3 milioni di anni fa, e non esisteva nulla di così completo.

Comprensibilmente, i ritrovamenti successivi di altri reperti in luoghi come Etiopia, Sudafrica e Kenya hanno ampliato il quadro di ricerca e avviato un ampio dibattito sulla data di nascita delle diverse specie di ominidi e su quali dovrebbero essere classificate come parte delle famiglie umane o delle scimmie.

Per esempio la scoperta nel 2001 in Ciad di un teschio datato 6 o 7 milioni di anni or sono, sembra suggerire che la famiglia umana potrebbe risalire a un periodo molto anteriore a quanto si pensasse in precedenza.

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