In Etiopia il ministero delle comunicazioni (Etiopian Media Authority) ha sospeso la licenza di una televisione gestita dalla Chiesa ortodossa (Mahibere Kidusan TV), con l’accusa di aver trasmesso contenuti che potrebbero provocare conflitti tra i fedeli e controversie nell’ambito dell’Assemblea dei sacerdoti presieduta dal Santo Sinodo.
Lo scorso 21 maggio la tivù ha diffuso un comunicato di un comitato del Sinodo, riguardante la nomina di nuovi membri dell’episcopato per lo stato regionale di Oromia.
La dichiarazione afferma che pur tollerando in passato posizioni anti istituzionali, non lascerà passare in futuro sotto silenzio le prese di posizione che spingono “un’agenda mondana all’interno della Chiesa santa”.
Nella lettera inviata alla Chiesa dall’autorità governativa per le comunicazioni si sostiene che la notizia data “viola il regolamento per i media e mette a rischio il processo di pacificazione del paese”.
“In considerazione della criticità della questione e del danno che può causare, l’autorità annuncia che la licenza della stazione è stata temporaneamente sospesa fino a quando una decisione permanente non verrà presa dal Consiglio di amministrazione”.
Il Comitato che ha diffuso la notizia include oltre dieci associazioni, tra cui quella delle scuole di catechesi domenicale, di teologi, giovani e anziani.
Il Santo Sinodo soffre ancora delle conseguenze della decisione assunta da alcuni arcivescovi che a gennaio avevano nominato, senza l’autorizzazione del Santo Sinodo, 26 nuovi vescovi di etnia oromo.
Benché fosse stato in seguito annunciato che la controversia era stata risolta pacificamente attraverso una “discussione costruttiva” e “ottemperando al regolamento della Chiesa”, la permanenza di tensioni e diversità di vedute tra i membri del Sinodo indica che il problema non è stato completamente risolto, e la controversia potrebbe riemergere nella prossima Assemblea annuale del Santo Sinodo, che vede in agenda anche la nomina di nuovi vescovi.