Etiopia: inchiesta giornalistica svela traffico illegale di oro nel Tigray
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La denuncia arriva dal quotidiano indipendente etiopico The Reporter
Etiopia: un’inchiesta giornalistica svela un traffico illegale di oro nel Tigray
L'attività estrattiva illegale è particolarmente attiva nella miniera di Rahwa, nell’area nordoccidentale della regione. Il business sarebbe gestito da alti ufficiali militari tigrini. Il minerale finirebbe negli Emirati Arabi Uniti
25 Luglio 2024
Articolo di Redazione
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minatori artigianali tigray 1

Il quotidiano etiopico The Reporter, in un’inchiesta giornalistica pubblicata il 13 luglio, ha raccontato come i comandanti militari del Tigray, da quando sono finiti i combattimenti con l’accordo di pace con Addis Abeba del 2022, abbiano preso il controllo delle operazioni di estrazione dell’oro utilizzando il lavoro forzato.

Si starebbe estraendo oro 24 ore su 24.

La solita meta

La meta finale del minerale sarebbero gli Emirati Arabi Uniti. L’oro passerebbe dall’Eritrea o dal Somaliland, sfruttando i veicoli degli aiuti umanitari. Un commercio multimilionario.

L’attività estrattiva illegale è particolarmente attiva nella miniera d’oro di Rahwa, situata a Indabaguna Woreda, vicino al fiume Tekeze nel Tigray nordoccidentale.

Chi ci lavora?

Secondo l’inchiesta giornalistica, a lavorare in queste miniere illegali sarebbero giovani del luogo, ex combattenti dell’esercito tigrino, rifugiati e cittadini cinesi, sempre sotto il controllo di alti ufficiali militari del Tigray.

L’attività mineraria incontrollata ha portato a molteplici scontri sui siti, con una ventina di persone morte da aprile.

Nessuna oncia d’oro nelle casse della Banca centrale

I funzionari stimano che nessuno dei 600 kg di produzione annuale di oro stimati estratti dal Tigray raggiunga la Banca centrale o il governo federale dell’Etiopia. Secondo il quotidiano le entrate servono, invece, ad armare le milizie tigrine.

È corretto sottolineare, comunque, che l’inchiesta è stata condotta dal giornale etiopico e non ci sono ancora conferme ufficiali né dal governo, né da altri media od organizzazioni indipendenti.

Estrazione secolare

Per secoli, l’arte dell’estrazione dell’oro ha prosperato nelle pianure del Tigray occidentale, nord-occidentale e centrale, dove la ricchezza di minerali metallici nelle rocce del basamento ha attirato generazioni di cercatori.

Soprattutto durante i periodi di inattività agricola, i minatori artigianali si recavano lungo le rive del fiume, le pianure e le gole con l’obiettivo di estrarre il metallo. Poi il conflitto tra Addis Abeba e Tigray ha quasi azzerato questa attività.

Oggi le autorità regionali tigrine accusano Addis Abeba di aver fissato “prezzi bassi” per il metallo e di aver a lungo incentivato il contrabbando al mercato nero delle ricchezze minerarie del Tigray.

Chiedono, così, riforme dei prezzi per reindirizzare i flussi attraverso canali ufficiali, nonostante la Banca centrale del governo federale abbia recentemente aumentato il prezzo di acquisto dell’oro del 65% in più rispetto ai livelli internazionali.

Traffico illegale in Rd Congo

Il traffico illegale di oro è una piaga che coinvolge altri stati africani, in particolare l’Rd Congo. L’oro dei conflitti è la principale fonte di denaro per i gruppi armati dell’area orientale della Rd Congo. Secondo il Dipartimento del tesoro degli Stati Uniti, oltre il 90% del minerale estratto nel paese viene contrabbandato in paesi come il Rwanda e l’Uganda, prima di essere raffinato ed esportato sui mercati internazionali. 

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