Etiopia: il TPLF sempre più spaccato - Nigrizia
Etiopia Politica e Società
Aumentano le tensioni tra presidente e vicepresidente sullo status legale del partito tigrino
Etiopia: il TPLF sempre più spaccato
12 Agosto 2024
Articolo di Redazione
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Debretsion Gebremichael, presidente del TPLF

In Etiopia pare intensificarsi la controversia interna al Fronte Popolare di Liberazione del Tigray (TPLF) che rischia di portare lo stato-regione a una nuova situazione di conflitto interno.

Nel gennaio 2021 il Consiglio Elettorale Nazionale dell’Etiopia (NEBE) aveva annullato la registrazione legale del TPLF come partito politico riconosciuto, citando come motivo il coinvolgimento del partito in “violenza armata contro il governo”.

Aveva inoltre impedito ai funzionari del TPLF di operare per conto dello stesso partito.

Nonostante l’accordo di pace di Pretoria che aveva posto fine alla guerra tra Macallè e Addis Abeba, durata due anni, e la successiva cancellazione, in marzo 2022, del TPLF dalla designazione terroristica, il NEBE ha mantenuto la sua posizione, affermando che non esiste alcuna base legale per revocare l’annullamento della registrazione legale.

Invece che ripristinare dunque il precedente status giuridico del TPLF, come richiesto dai funzionari di quest’ultimo, il NEBE ha concesso ad esso un certificato di personalità giuridica come “nuovo partito politico” a condizioni speciali.

La scorsa settimana il NEBE ha dichiarato che la decisione è stata presa in conformità con il disegno di legge modificato sulla registrazione dei partiti e sulla riforma etica approvato nel maggio 2024.

Un disegno che delinea le disposizioni per la concessione del riconoscimento legale anche ai gruppi politici con una storia di attività violente.

In giugno, infatti, la Camera dei Rappresentanti del Popolo (HoPR) nel parlamento ad Addis Abeba aveva ratificato la modifica alla “Registrazione dei partiti politici e Proclamazione sull’etica elettorale” con una mossa che aveva consentito ai gruppi politici messi fuori legge a causa del loro impegno in attività non pacifiche, di riacquistare lo status legale, a condizione di rinuncia alla violenza e all’accettazione di operare pacificamente.

In reazione alla decisione di non riconoscere al TPLF il precedente status giuridico, già nel luglio scorso Debretsion Gebremichael, presidente del TPLF, aveva contestato il disegno di legge modificato, sostenendo che solo i partiti politici fuorilegge fossero obbligati a registrarsi nuovamente come organizzazioni legittime.

«Non ci registreremo mai come un nuovo partito», ha comunicato ai media locali Debretsion, aggiungendo che il partito in realtà aveva raggiunto un consenso con il primo ministro Abiy Ahmed e altri funzionari federali di alto livello, comprese le autorità del NEBE, sulle richieste avanzate dal TPLF.

Al contrario, il vicepresidente del partito e presidente provvisorio dell’amministrazione regionale del Tigray, Getachew Reda, che ha già annunciato che non parteciperà ad un eventuale congresso del TPLF che si dovrebbe tenere entro sei mesi, ha accusato i dirigenti che a organizzare il presunto congresso sarebbero “movimenti illegali di un gruppo che in realtà non rappresenta il TPLF”.

Il mese scorso, peraltro, Getachew Reda aveva lanciato un feroce atto d’accusa contro la leadership del TPLF, accusandone i membri di corruzione diffusa, cattiva gestione e di mettere a repentaglio la sicurezza regionale.

Il NEBE, dal canto suo, insiste che il TPLF, registratosi nuovamente con altri partiti, dovrà organizzare per l’appunto un’assemblea generale entro sei mesi per approvare un nuovo statuto e la propria leadership sotto l’ispezione del comitato elettorale stesso, che monitorerà anche le attività del partito per garantire che tutto si svolga in modo regolare.

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