Tagli netti a ricerca scientifica, sanità e fondi per la disoccupazione. Incrementi di spese per produrre armi e finanziare politiche di respingimento delle persone migranti. Questo quel che si legge nell’accordo per il bilancio europeo pluriennale, siglato a Bruxelles dai 27 stati membri, per una manovra correttiva da 64,6 miliardi di euro.
Un taglio drastico lo subisce soprattutto Horizon, il programma con cui l’Europa finanzia la ricerca. Qui si registra la decurtazione più alta in termini assoluti, un ammontare di 2,1 miliardi di euro, che equivale a dover rinunciare, in tutto il continente, a circa 700 progetti scientifici. Per comprendere meglio il rapporto, basti pensare che il finanziamento medio di Horizon è di 3 milioni di euro.
Importante anche il taglio a Eu4Health, il programma che doveva rafforzare i sistemi sanitari nazionali dei vari paesi, dopo la crisi dovuta alla pandemia per Covid. Dopo aver sbandierato il fondo che doveva contribuire a vincere le sfide sanitarie, e per questo preventivato 5,3 miliardi fino al 2027; i leader europei tagliano quasi un quinto di queste risorse. Un miliardo gli euro in meno.
Terza decurtazione considerevole riguarda il Fondo di adeguamento alla globalizzazione con cui assistere economicamente coloro che hanno perso il lavoro. Il budget doveva essere di circa 1,5 miliardi di euro. Il taglio è di 1,3. Praticamente non rimane niente per sostenere le persone disoccupate che dovranno ricollocarsi sul mercato del lavoro.
Ma tutti questi tagli a che pro? Dove vanno gli euro decurtati a questi tre programmi, per un ammontare di 4.5 miliardi? 1,5 miliardi incrementano il Fondo europeo per la difesa, attraverso produzione di tecnologie militari. Altri vanno a sostenere i 7,6 miliardi di euro che devono finanziare gli accordi sottoscritti con i paesi terzi per il respingimento delle persone migranti. Tra questi Libia, Tunisia e Turchia.