Il Senato ha approvato il disegno di legge governativo 885 che modifica in modo peggiorativo la legge 185 del 1990 che disciplina la vendita del materiale d’armamento. Legge figlia della mobilitazione del mondo pacifista che impose vincoli alla vendita di materiale bellico.
Lo scorso settembre il governo varò un provvedimento che, nei fatti, rimette in piedi il Comitato interministeriale per gli scambi di materiali di armamento, riappropriandosi della facoltà di scegliere dove, come e soprattutto a chi vendere le armi. Mentre ha depotenziato l’Unità per le autorizzazioni dei materiali di armamento (UAMA) che dipende dal ministero degli Esteri.
L’obiettivo è chiaro: annacquare il controllo e la trasparenza sul mercato delle armi.
Non solo. Si elimina la Relazione annuale al parlamento sulle interazioni tra banche e aziende a produzione militare, dalla quale emergeva la lista delle banche armate.
Sull’approvazione in Senato del ddl si è espressa la Rete pace e disarmo che, come già scrisse «durante le fasi del dibattimento al Senato, non può che ribadire la propria preoccupazione e contrarietà rispetto alla strada intrapresa dalla maggioranza di governo». E chiama alla mobilitazione promuovendo «una serie di iniziative di protesta e pressione sul parlamento, a partire da una petizione online per arrivare a mobilitazioni territoriali e sollecitazioni tramite gli enti locali».
Qui il comunicato ufficiale della Rete.