«La carità non è qualcosa che costruiamo noi… è qualcosa che parte da Dio, è l’amore gratuito con cui Dio ci ama. Poiché siamo amati, ci sentiamo amati, possiamo amare». Queste parole del cardinal Carlo Maria Martini, pronunciate nel 1997, sintetizzano il significato del suo lungo percorso di sacerdote, biblista, formatore spirituale, pastore e vescovo, divenuto una figura ecclesiale tra le più rilevanti del ventesimo secolo.
La sua notorietà era già molto ampia ancor prima della sua consacrazione vescovile. Numerose, infatti, sono state le sue pubblicazioni scientifiche, tra le quali una traduzione italiana commentata degli Atti degli apostoli (1970), gli studi raccolti in La parola di Dio alle origini della Chiesa (1980) e soprattutto l’edizione critica, curata insieme ad altri specialisti di diverse confessioni cristiane, del The Greek New Testament (quarta edizione rivista, 1993).
Predicatore di esercizi spirituali e attivo nel dialogo ecumenico e in quello con l’ebraismo, nel 1978 viene chiamato da Paolo VI a predicare gli esercizi spirituali quaresimali in Vaticano. Il 29 dicembre 1979 Giovanni Paolo II lo nomina arcivescovo di Milano e a gli conferisce personalmente l’ordinazione episcopale nella solennità dell’Epifania del 1980. L’ingresso a Milano, dove succede al cardinale Giovanni Colombo, avviene il 10 febbraio.
Farsi Prossimo, pubblicato da Bompiani per la Fondazione Carlo Maria Martini, si aggiunge a cinque tomi precedenti: Le cattedre dei non credenti (2015), I Vangeli (2016), Giustizia, Etica e Politica nella città (2017), La scuola della Parola (2018) e Fratelli e Sorelle (2020). L’Opera Omnia raccoglie i suoi interventi e i documenti sul tema della carità e della prossimità, uno degli assi portanti del suo episcopato. Farsi Prossimo è tratto dal piano pastorale 1985-86 – Farsi prossimo: la carità, oggi, nella nostra società e nella Chiesa.
Il cardinale, consapevole che il termine “carità” poteva esser letto riduttivamente, diceva che «non pochi pensano subito a qualche atto di umana compassione, o a tirar fuori qualcosa dal portafoglio, o a gesti e attitudini poco efficaci a cambiare davvero la storia».
Ben maggiore è invece la testimonianza dei cristiani, uomini e donne che smettono di pensare a sé stessi perché hanno sperimentato la forza dell’amore di Dio. Infatti in occasione dello stesso convegno diocesano, Martini lanciò anche l’iniziativa delle Scuole di formazione all’impegno sociale e politico, mentre l’anno successivo avviava gli incontri sulle domande della fede, a cui diede il nome di Cattedra dei non credenti, con grande risonanza anche oltre gli ambiti ecclesiali.
Una eco molto vasta ebbero, inoltre, le sue Lettere Pastorali e i Discorsi alla città di Milano, raccolti in quindici volumi (1981-1994), mentre una larga scelta di testi, Le ragioni del credere, venne pubblicata nel 2011. Il ventennio del suo episcopato ha coinciso con uno dei periodi più complessi e intricati del secolo, durante i quali – tra l’altro – Milano si trovò al centro dei cosiddetti “anni di piombo” e più tardi fu scossa dalle vicende di Mani Pulite.
Martini venne allora riconosciuto come primo riferimento morale da tutta la città. L’11 luglio 2002, con la rinuncia al governo pastorale dell’arcidiocesi, il cardinale riprese gli studi biblici e scelse di vivere prevalentemente a Gerusalemme. Nel 2008, con l’aggravarsi del morbo di Parkinson, rientrò definitivamente in Italia, risiedendo nella casa dei Gesuiti a Gallarate, dove spirò il 31 agosto 2012.