Il collettivo Feminicides Algérie ha fatto il punto sul fenomeno dei femminicidi nel paese, pubblicando un rapporto di cui ha diffuso i dati nel corso di una conferenza stampa.
Il rapporto prende in considerazione gli anni dal 2019 al 2022, e vi registra un dato, 228 femminicidi, in netto aumento rispetto agli anni precedenti. Ciò significa che ogni settimana almeno una donna viene assassinata da un uomo in Algeria. Una media di 57 all’anno. Ma si tenga anche conto che i numeri sono di molto inferiori alla realtà.
Sono persone che hanno dovuto soccombere a maltrattamenti ricorrenti, talvolta da decenni, inflitti dal loro compagno, o ad un’aggressione da parte di uno sconosciuto. La loro caratteristica comune è di essere prese di mira perché donne, o ragazze.
In questo meccanismo si inserisce Feminicides Algérie, il collettivo che si è costituito attorno a due femministe algerine che si è dato come missione quella di raccogliere i dati, altrimenti non disponibili da fonti ufficiali, sul femminicidio nel paese, con l’intento di capire i meccanismi che stanno alla sua base, per meglio superarlo.
Il collettivo attraverso il proprio sito web e la pagina facebook, intende in primo luogo dare nomi e volti alle vittime, attraverso un lavoro di inchiesta, affinché non restino dei semplici numeri.
Ricostruendo l’autore e il contesto del femminicidio vuole contribuire a una conoscenza più consapevole della violenza: 80% in contesto familiare, 71% in uno spazio chiuso, principalmente il domicilio coniugale.
L’età delle vittime si situa per un quarto tra i 30 e 39 anni, ma si registrano anche 16 vittime minorenni. Tra le cause si registrano le questioni d’onore, di eredità, d’adulterio, separazioni.
Il collettivo segue anche il percorso delle azioni giudiziarie, dall’andamento delle indagini e dei processi. Inoltre segue anche il destino dei figli delle madri uccise.
Il collettivo, che ha iniziato ad operare dal 2009, è cosciente che le cifre assolute possono sembrare modeste rispetto all’analogo fenomeno in altri paesi, europei ad esempio (sono 105 le donne uccise dal 1 gennaio al 28 novembre 2023 in Italia).
Ma a parte l’incompletezza dei dati statistici, il dato algerino è comunque superiore a quello registrato nei due paesi vicini del Maghreb, Marocco e Tunisia. Feminicides Algérie intende soprattutto porre finalmente all’attenzione delle autorità e della società un problema largamente ignorato e sottostimato.
Il collettivo fa appello alla mobilitazione di tutta la società civile affinché la protezione delle donne sia comunque assicurata, malgrado le autorità algerine abbiano sottoscritto i principali strumenti giuridici internazionali.
Negli stessi giorni cinque associazioni della società civile algerina, tra cui la sezione locale di Amnesty International, ha redatto e diffuso un appello firmato da oltre un centinaio di donne impegnate nel sociale, nell’insegnamento e in altre professioni, nella società civile, per rendere effettiva la protezione delle donne dalla violenza.
Secondo i dati ufficiali, la polizia ha registrato 12.616 casi di violenze fatte alle donne nel biennio 2021-22.
L’appello raccomanda l’abolizione della clausola del “perdono” prevista dall’art. 66 del Codice della famiglia, ma anche la soppressione pura e semplice dello stesso Codice della famiglia, un obiettivo storico della mobilitazione dei movimenti algerini per i diritti delle donne da almeno una trentina d’anni, poiché mantiene la donna in uno stato permanente di inferiorità giuridica.
Intanto il contatore di Feminicides Algérie continua a registrare nuove vittime per l’anno in corso. Ad oggi siamo a 34 donne uccise dall’inizio dell’anno, ma anche in questo caso la cifra è largamente sottostimata.