Femua, la musica costruisce futuro - Nigrizia
Arte e Cultura Costa d'Avorio Politica e Società
Concluso in Costa d’Avorio il Festival di musiche urbane di Anoumabo, dedicato a sicurezza alimentare e agricoltura sostenibile
Femua, la musica costruisce futuro
La quindicesima edizione, fortemente patrocinata dal governo, si è caratterizzata per la grande capacità di aggregazione giovanile attorno a temi politici e sociali come la formazione scolastica contro l’emigrazione e la costruzione di progetti agricoli sostenibili per creare opportunità di lavoro. Non solo con slogan, ma anche con iniziative concrete
03 Maggio 2023
Articolo di Fabrizio Guglielmini (da Abidjan e Bouaké)
Tempo di lettura 6 minuti
Nourat et les lions sul palco del Femua

L’abbraccio sul palco di Bouaké nel centro-nord della Costa d’Avorio fra il divo della musica senegalese ‘mbalax, Baaba Maal, e l’organizzatore del Festival di musiche urbane di Anoumabo, Salif Traoré, leader del gruppo afropop Magic System, ha chiuso la quindicesima edizione del Femua (25-30 aprile) nel segno del rilancio della cultura panafricana in Africa occidentale.

Cinque giorni di concerti, con il Togo come paese ospite dell’edizione 2023, con 35 mila presenze giornaliere per un totale di un centinaio di concerti e una copertura mediatica che ha portato qui decine di giornalisti dal Sudafrica all’Europa.

Fra i live di maggior successo quelli del rapper Booba, del compositore di rumba congolese Ferré Gola (che ha reso il suo omaggio all’eredità di Franco in chiave elettronica) e della cantante ivoriana Roseline Layo, quest’ultima con una performance vocale fra le migliori viste nei cinque giorni della kermesse.

Il Femua, per la sua quindicesima edizione, si dimostra ancora una volta un laboratorio artistico e di iniziative filantropiche come ricorda il suo fondatore Salif Traoré (in arte A’Salfo) che per il 2024 ha l’obiettivo di creare nuove scene per la rassegna in altre città dell’Africa occidentale, sotto il tema della coesione sociale e delle prospettive di studio e di lavoro per i giovani, punto focale della manifestazione.

«Il Femua si dimostra ancora una volta una piattaforma di incontri musicali di sonorità urbane come coupé-décalé, zouglou e rap; siamo soprattutto orgogliosi di inaugurare due nuove scuole primarie ad Abidjan dove tutto, dai libri all’insegnamento, è gratuito, e altre due scuole nel nord del paese. Ad oggi abbiamo formato circa 3mila giovanissimi e dopo quindici anni abbiamo decine di laureati che hanno potuto contare sulle nostre borse di studio», ha detto.

«Con la nostra Fondazione che raccoglie fondi pubblici e privati per due milioni di euro ogni anno vogliamo assolutamente contrastare l’immagine di un continente identificato e sterotipizzato in Occidente come teatro di guerre e di colpi di stato», ha aggiunto Traoré.

Da parte sua Baaba Maal – protagonista indiscusso di questa edizione con due concerti che hanno portato in scena la sua visione artistica che parte dal ‘mbalax per creare un suono contemporaneo – ha chiesto al pubblico formato da decine di migliaia di giovani di condividere la sua esperienza di presidente della fondazione Naan-k (con base a Podor nel nord del Senegal) e Goodwill ambassador per le Nazioni Unite.

«Con Naan-k (che significa “Ascolta questo” in fulani) – ha dichiarato Maal – abbiamo il compito e il dovere di non farvi partire per l’Europa attraversando il deserto e poi sulle barche della morte nel Mediterraneo ma per farlo dobbiamo darvi opportunità di studio e lavoro. Noi, come il Femua, cerchiamo di farlo, provando a diventare modelli per altre organizzazioni che vorranno costruire altri festival come questo che destinano le loro risorse anche all’educazione e non solo al puro intrattenimento».

A Podor, al confine con la Mauritania, Maal ha “tecnologizzato” cinquanta ettari di agricoltura legata ai metodi tradizionali con l’innovazione dell’energia solare che ha permesso a centinaia di coltivatori di rinunciare al gasolio per l’irrigazione e per l’energia necessaria alle fattorie: un focus dedicato ha fatto incontrare Maal con una delegazione coordinata dal ministero dell’agricoltura ivoriana.

Tra musica, multicultura e impegno sociale

Sede dei concerti ad Abidjan l’Istituto della gioventù e dello sport, un’area sviluppata su cinque ettari dove è stato installato un palco da stadio e anche un villaggio tecnologico con uno spazio di formazione per gli strumenti digitali ad accesso completamente gratuito per gli studenti.

Carrefour Jeunesse e Femua Kids, con attività dedicate ai bambini sotto i dieci anni, hanno coinvolto in cinque giorni oltre diecimila giovanissimi.

L’inaugurazione del festival si è svolta nel quartiere di Anoumabo che dà il suo nome al Femua e dove è stata aperta di recente una redazione ad hoc per una web radio che trasmette ogni giorno musica ma soprattutto programmi sanitari, culturali e d’intrattenimento dedicati ai centomila abitanti del villaggio che è stato inglobato nelle periferie di Abidjan.

«Oggi anche le musiche che definiamo tradizionali si sono popolarizzate e modernizzate, anche le musiche evangeliche, che sono ovviamente religiose, condividono la loro popolarità con il reggae e la rumba» spiega A’Salfo.

La scena ivoriana è stata rappresentata dal rapper Safarel Obiang, invitato per l’attualità del suo messaggio che si rivolge ai suoi coetanei in nouchi, l’argot locale di Babi, come Abidjan viene affettuosamente chiamata dai suoi residenti. La cantante del Burkina Nourat et les Lions ha portato invece in scena una declinazione reggae ricca di messaggi sociali e politici.

«Tutti gli artisti invitati – continua A’Salfo – sono degli ambasciatori anche della necessità di investire in una crescita alimentare sostenibile e duratura, tema di questa edizione».

Importanti anche in questo senso i concerti di Ferré Gola e Baaba Maal a Bouaké, terza città della Costa d’Avorio dopo Abidjan e Yamossoukro: Bouaké è rinata dalle sue ceneri dopo che ha attraversato momenti travagliati dopo la crisi militare a partire dal 2002.

Il Femua qui ha promosso dibattiti con i giovani nei licei e nelle scuole di ogni grado per sensibilizzare soprattutto sullo studio delle politiche agricole, indispensabili per uno sviluppo che tenga conto del ruolo leader a livello mondiale della Costa d’Avorio per la produzione del cacao.

A Baba Maal è stata riconosciuta la cittadinanza onoraria di Bouaké a due settimane di distanza dalla sua nomina ad ambasciatore di buona volontà della Convenzione delle Nazioni Unite per la lotta alla desertificazione.

In scena Maal ha presentato i dieci nuovi pezzi del suo nuovo disco Being che contengono anche una speciale dedica alla Casamance che, come lui stesso ha ricordato, è una regione a fortissima identità culturale che continua a meritare un riconoscimento di decentralizzazione avanzata da parte delle autorità senegalesi.

In generale il festival ha promosso ancora una volta una sintesi artistica e sociale che ha coinvolto tutto il paese: i concerti gratuiti, seguitissimi anche in televisione, riconoscono l’importanza di rivolgersi ai giovani che in Costa d’Avorio rappresentano il 60% della popolazione.

Non a caso sono state posate questa settimana, a pochi giorni dalla conclusione del Festival, le prime pietre di altre due scuole elementari a Borobo, località a venti chilometri da Bouaké, e a Badikaha nella regione di Hambol, nel centro nord del paese.

 

Copyright © Nigrizia - Per la riproduzione integrale o parziale di questo articolo contattare previamente la redazione: redazione@nigrizia.it