Un quartiere povero e un musicista famoso che ci è cresciuto e che da adulto si è domandato: “come faccio a dare una prospettiva di speranza a uno dei quartieri più disagiati di Abidjan?” La risposta l’ha data Salif Traoré, leader del gruppo Magic System che ha adottato il nome d’arte di A’Salfo e che nel 2008 ha creato il Festival di musiche urbane di Anoumabo (Femua).
Da una prima edizione finanziata con risorse modeste e private, oggi il festival (alla quindicesima edizione) conta su un budget da due milioni di euro (con molti fondi internazionali) e con un pubblico previsto, dal 25 al 30 aprile prossimo, di 150mila spettatori.
Come già accaduto in passato, Femua si divide fra due città e per l’edizione 2023. Oltre, ovviamente, a Abidjan, l’altro luogo prescelto è Bouaké, seconda città della Costa d’Avorio con circa 700mila abitanti nel distretto di Bandama, a 350 chilometri a nord di Abidjan.
Piattaforma sociale
«Femua – ha dichiarato Salif Traoré – è molto più di un festival: si tratta di una piattaforma sociale che affronta tematiche d’attualità, offre una vetrina ad altri paesi per gli scambi culturali e infine sensibilizza la popolazione sui temi che si susseguono anno dopo anno». «Voglio ricordare – ha aggiunto – che la spina dorsale della nostra iniziativa non è strettamente la musica ma sempre e comunque le finalità sociali destinate alla popolazione».
Tema di quest’edizione “La sicurezza alimentare e l’agricoltura sostenibile” per un paese dove la povertà diminuisce nelle aree urbane ma cresce proprio nelle vaste zone agricole, nonostante detenga diversi primati per l’esportazione di materie prime.
Non un semplice cartellone di concerti (sia pure di alto livello, da Baaba Maal al rapper francese Booba con il suo ultimo disco Ultra) quindi, ma uno strumento per calarsi nella vita quotidiana degli ivoriani. Ma c’è dell’altro.
L’idea del creatore di Femua è che «il sogno di una vita diversa non deve essere per forza in Europa passando dagli inferni dei viaggi attraverso il deserto e il Mediterraneo: è possibile crearsi un futuro dignitoso qui». Non a caso l’edizione 2018 fu dedicata all’emigrazione clandestina, contro la quale il festival si è sempre schierato con l’arma del dibattito e la sensibilizzazione dei politici e della gente comune. E soprattutto dei giovanissimi.
Per questo la rassegna si articola anche in una sezione, Femua Kids, dedicata ai più piccoli. «Studiate e potrete prendere tutti gli aerei che vorrete», ha dichiarato Jean-Louis Boua, responsabile di questa parte della manifestazione che si insedia nel quartiere di Anoumabo, dove i bambini partecipano alle attività nel Carrefour Jeunesse (crocevia giovanile) dove sono in programma esibizioni e sfilate di moda per under 14.
Grande musica e impegno sociale
Un’edizione che si preannuncia di svolta per i nomi eccellenti dei musicisti (dal già citato cantautore senegalese Baaba Maal agli ivoriani Didi B e Roseline Layo) e per le iniziative sociali legate al festival.
Non a caso Baaba Maal ha accettato l’invito per questa edizione: nel 2016 il musicista ora 69enne ha fondato Nann-K, una charity che ha come obiettivo un maggior coinvolgimento nel lavoro delle donne africane, creando una piattaforma interattiva per favorirne l’ingresso in settori (amministrazione e management anche delle risorse agricole) ancora troppo spesso a predominanza maschile.
Gli artisti che si esibiranno sono circa un centinaio e undici i big in rappresentanza di tutti gli stili musicali dell’Africa occidentale e della diaspora. Fra i nomi più noti del mondo afro-francofono sono in programma i live della vocalist Nourat et Les Lions dal Burkina Faso, il rapper Alesh dalla Repubblica democratica del Congo e Singuila in rappresentanza della Francia con le sonorità fra rap e RnB del suo ultimo disco Docteur Love.
Il gruppo di Traoré, Magic System, ha annunciato inoltre una propria performance durante la rassegna. La band si è formata ad Abidjan nel 1996 (prendendo ispirazione dal movimento zouglou ivoriano, stile che si è diffuso anche in Camerun e Gabon) e ottiene notorietà anche in Francia quando il dj Bob Sinclair remixa il loro singolo Premier Gaou: i Magic System approfittano del successo facendo uscire tre nuovi album, Un Gaou à Paris, Cessa kié la vérité e Petit Pompier.
In seguito gli album Zouglou Dance e Toutè Kalé ottengono buoni riscontri in Francia, e i singoli Cherie Coco (in collaborazione con il rapper Soprano) e La Danse des Magiciens diventano delle hit radiofoniche.
Come nelle precedenti edizioni ci sarà un paese ospite che per questa edizione è il Togo, a sua volta con una rappresentanza di artisti e conferenzieri.
Festival della popolazione
Nato in un periodo drammatico per il paese (i conflitti politico-militari che si sono prolungati dal 2002 al 2011; dal 2020 Ouattara è in carica con un terzo e contestato mandato e le prossime elezioni sono previste per il 2025), nel corso degli anni Femua è diventato un’istituzione per i più giovani: per loro gli organizzatori creano forum di riflessione ad hoc destinati ad aiutare il loro orientamento scolastico e professionale.
Su questa falsariga, i risultati del festival e del suo team – al lavoro tutto l’anno – sono concreti: in quindici anni sono state costruite sei scuole secondarie e due materne con altre realizzazioni in divenire dedicate all’educazione degli adolescenti.
E proprio per questo Salif Traoré ha in programma nuove partnership con fondazioni americane che cercano nuove alleanze culturali in Africa occidentale. Il Femua è diventato così anche una forza economica che nell’arco dell’anno (con posizioni di lavoro dirette e con il corollario dei servizi) dà lavoro a circa 3mila persone. «Il festival ormai – conclude Traoré – non appartiene più a noi ma alla popolazione ivoriana».