Un gruppo di persone e associazioni fiorentine, attraverso una lettera aperta, dice no alla presenza dell’ex ministro Marco Minniti agli incontri di vescovi e sindaci del Mediterraneo: «Ha consegnato ai lager libici circa 82mila persone».
Una presenza ingombrante anche per il ruolo che oggi occupa di presidente della fondazione MedOr, che condivide e fa propri i valori del socio fondatore, Leonardo spa, l’industria della difesa tra le principali al mondo.
Nel solco di La Pira
Passo indietro. Che accade nel capoluogo toscano nei prossimi giorni? Da mercoledì 23 febbraio a domenica 27 Firenze si trasforma in una grande capitale europea e mondiale del dialogo tra popoli e culture, nel solco dei “Colloqui mediterranei” e dei vertici dei sindaci delle capitali organizzati negli anni ’50 dal “sindaco santo” Giorgio La Pira. Cinque giorni di incontri tra amministratori e vescovi delle città del Mediterraneo, crocevia di civiltà e sponda trasversale a 3 continenti e più di 20 nazioni.
Un evento che si concluderà domenica con la visita a Firenze di papa Francesco. All’appuntamento prenderanno parte anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e quello del Consiglio, Mario Draghi, il primo per la giornata inaugurale, il secondo per quella conclusiva.
60 vescovi, 60 sindaci
Il convegno Mediterraneo frontiera di pace e il Forum dei sindaci del Mediterraneo vedranno la presenza di una delegazione di circa 60 vescovi e 60 sindaci provenienti da quasi tutti i paesi che si affacciano sul Mare Nostrum, oltre ad ospiti di rilievo internazionale.
Dove nasce la polemica? Dalla presenza, venerdì 25 febbraio, nella conferenza organizzata dai primi cittadini, dell’ex ministro dell’interno Marco Minniti. Dovrebbe partecipare con Filippo Grandi, Alto commissario Onu per i rifugiati (Unhcr) e con Antonio Vitorino, direttore generale Iom (organizzazione internazionale delle migrazioni), alla IV sessione dei lavori che ha come titolo Le migrazioni tra le sponde del Mediterraneo, Come le città possono contribuire nella definizione di nuove politiche migratorie e collaborare per un effettivo rispetto dei diritti umani fondamentali.
Presenza inopportuna e imbarazzante
«Una presenza allo stesso tempo inopportuna e imbarazzante» è stata giudicata la sua presenza da una serie di associazioni di Firenze.
Tra i primi firmatari ci sono Mediterranea Firenze, Comunità della Piagge, Associazione Progetto Accoglienza, Comunità dell’Isolotto, Europa migranti e altri.
Il motivo per cui la presenza di Minniti è giudicata sconveniente è il fatto che l’ex ministro del governo Gentiloni «è stato il promotore del Memorandum Italia-Libia del 2 febbraio 2017. Un Memorandum la cui applicazione da quel giorno ha consegnato ai lager libici circa 82mila persone – tra uomini, donne e bambini – destinandoli alla detenzione arbitraria, alla tortura, a trattamenti crudeli, inumani e degradanti, agli stupri e alle violenze sessuali, ai lavori forzati e alle uccisioni. Ciò è potuto accadere semplicemente grazie alla sua firma sugli accordi di cooperazione finalizzati all’intercettamento dei migranti e dei rifugiati durante la traversata del Mar Mediterraneo».
Codice di condotta per le ong
Oltre al Memorandum, prosegue la lettera, «Minniti è stato l’ideatore del cosiddetto Codice di Condotta per le ong impegnate nelle operazioni di salvataggio dei migranti.
«Un codice che non manteneva alcuna distinzione tra le attività di polizia e repressione delle organizzazioni criminali e l’azione umanitaria delle ong, e per questo si poneva di fatto in contrasto con il diritto internazionale marittimo in materia di obblighi di soccorso in mare essendo finalizzato non a regolare bensì a contrastare in ogni modo l’operato di chi, in assenza di piani di soccorso messi in atto dai poteri pubblici, si prodigava per salvare vite umane nel Mediterraneo».
Un decreto contro i poveri
Sul Fatto quotidiano di stamani, Tomaso Montanari ricordava pure un altro passaggio terribile del decreto del 2017 a firma Minniti-Orlando: quello in cui i sindaci hanno il potere di allontanare dalla città chiunque venga considerato «indecoroso». «Un decreto contro i poveri, in nome del decoro e della bellezza», commenta Montanari. «E qua davvero La Pira si rivolta nella tomba».
Per queste ragioni le associazioni firmatarie del documento ritengono che la sua presenza a questo incontro sia «fortemente in contrasto con le aspettative delle realtà sociali, laiche o religiose che operano in difesa della dignità delle persone e, in modo particolare, di quelle più vulnerabili».