Francia ed Europa lasciano il Mali - Nigrizia
Conflitti e Terrorismo Mali
Deciso il ritiro delle missioni Barkhane e Takuba
Francia ed Europa lasciano il Mali
17 Febbraio 2022
Articolo di Redazione
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In contemporanea con l’avvio a Bruxelles del vertice Unione europea-Unione africana (17-18 febbraio) è stato dato stamani l’annuncio che la Francia e l’Europa hanno deciso di ritirare le loro missioni militari di stanza in Mali per contrastare i gruppi jihadisti che da un decennio rendono instabile il paese saheliano.

La decisione era in nell’aria da tempo ed è stata formalizzata ieri sera nel corso della cena di lavoro che si è tenuta all’Eliseo. Ospiti di Macron una trentina di alti dirigenti politici africani ed europei hanno valutato che non ci siano più le condizioni politiche, operative e giuridiche per continuare l’impegno militare.

La missione militare francese Barkhane (iniziata nel 2014, dispone di circa 5mila uomini), quella europea Takuba (iniziata a marzo 2021, conta un migliaio di uomini, anche militari italiani) e il contingente del Canada lasceranno il Mali ma continueranno a operare in Niger, Ciad e Mauritania.

Il ritiro, secondo il comunicato ufficiale, avverrà in maniera coordinata e in accordo con la Missione Onu in Mali (Minusca, presente sul terreno dal 2013 con una forza di 15mila uomini) e la Missione di formazione dell’Unione europea (Eutm).

L’intervento francese ed europeo non è riuscito a dare una svolta alla lotta al terrorismo. Ciò ha creato tensioni e un progressivo distacco tra governo maliano e popolazione, oltre che malcontento nei confronti delle forze militari francesi.

Ad aggravare la situazione il doppio colpo di stato (agosto 2020 e maggio 2021) che consegnato il paese nella mani dei militari, guidati dal colonnello Assimi Goita, che prevedono una lunga transizione prima di stabilire una data del voto che restituisca il potere ai civili.

Considerata l’attiva presenza nel Sahel di mercenari degli gruppo privato russo Wagner, che hanno offerto i loro servigi a Mali e Ciad (oltre che alla Repubblica Centrafricana), si apriranno nei prossimi mesi nuovi scenari nella lotta al terrorismo.

 

 

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