Il 26 agosto si terranno le elezioni presidenziali e legislative in Gabon. Elezioni che si svolgono sette anni dopo le ultime, alle quali ha partecipato il 59% dei 627.805 elettori registrati.
Chi si candida?
Ali Bongo Ondimba, 64 anni, è alla ricerca di un terzo mandato presidenziale sotto la bandiera del Partito democratico gabonese che governa il paese dagli anni Sessanta. È stato eletto per la prima volta nell’agosto 2009, succedendo al padre Omar, morto due mesi prima dopo 42 anni di presidenza, ed è stato rieletto nel 2016.
A luglio è stata approvata una lista di 19 candidati alle presidenziali, ma la scorsa settimana cinque dei principali partiti di opposizione, riuniti in un’alleanza denominata Alternanza 2023, hanno deciso di appoggiare Albert Ondo Ossa, un ex ministro dell’istruzione di 69 anni.
Alternanza 2023 che è al centro, in questi ultimi giorni di campagna elettorale, di un’indagine giudiziaria. C’è una registrazione nella quale Ondo Ossa e un altro importante appartenente ad Alternanza 2023 – Barro Chambrier – evocherebbero un progetto di rivolta della popolazione il giorno dopo le elezioni.
Su cosa si basa l’accusa
Nell’audio incriminato, trasmesso il 21 agosto, si sentono due uomini che affermano: «Abbiamo già studiato con altri una strategia da adottare e Ali (Bongo, ndr) sa che in caso di…, possiamo creare alleanze sia in Camerun, sia in Guinea Equatoriale e anche in Congo. Questo è qualcosa che richiederà la mobilitazione delle persone». E l’audio prosegue: «Attraverso Macron posso avere il sostegno di Ouattara (presidente della Costa d’Avorio, ndr)».
I media che hanno trasmesso l’audio sostengono che si tratti di una conversazione tra il candidato alla presidenza e il suo compagno in Alternanza 2023. Questo scambio sarebbe avvenuto alla vigilia della designazione di Ondo Ossa a candidato della coalizione dell’opposizione.
Ovviamente la piattaforma Alternanza 2023 nega categoricamente che ci sia mai stato quel colloquio tra i due suoi esponenti. Sostenendo che è tutto strumentale per la vittoria finale di Bongo.
Il giorno successivo alla pubblicazione della registrazione, il pubblico ministero presso il tribunale di primo grado di Libreville, André-Patrick Roponat, ha annunciato di aver aperto un’inchiesta giudiziaria per far luce sul caso.
Il giornalista che registra per sbaglio
Il 23 agosto 2023, il corrispondente dell’Afp in Gabon, Joël Tatou, ha confessato di essere stato lui ad aver registrato «inavvertitamente» il 17 agosto nella sede del partito politico Riappropriazione del Gabon. «Eravamo in una stanza con diversi giornalisti. È arrivato il presidente del partito, Jean François Obiang, con Chambrier e Ondo Ossa. Ci ha chiesto di andarcene, per lasciare che i due si consultassero a porte chiuse», il suo racconto. Che prosegue: «Siamo usciti e abbiamo lasciato l’attrezzatura accesa nella stanza. E la loro conversazione è stata registrata in quel momento». Il giornalista dell’Afp sostiene di essere venuto a conoscenza della registrazione mentre lavorava sui video girati durante la giornata.
Ma rimane ancora qualche dubbio sulla ricostruzione. Certamente, tuttavia, a trarne già vantaggio è l’eterno Bongo, uno dei dinosauri, per tradizione familiare, della politica africana
Qual è la posta in gioco?
La posta in gioco è alta. La ricchezza della nazione, soprattutto il petrolio, non si è tradotta in una stabilità economica per la maggior parte della popolazione. Anche con un reddito nazionale lordo pro-capite di oltre 7.500 dollari, quattro volte superiore alla media dell’Africa subsahariana, il tasso di disoccupazione dei gabonesi tra i 15 e i 24 anni è del 38%.
E il bilancio di Bongo non è tra i migliori. Un ictus debilitante, nell’ottobre 2018, ha continuato ad alimentare il dibattito sulla sua capacità fisica di guidare il paese. I soldati ammutinati hanno tentato di rovesciare il governo nel gennaio 2019, mentre Bongo era fuori dal Gabon per curarsi, ma non ci sono riusciti.
È stato in grado di aiutare il Gabon a smettere di dipendere dal petrolio?
L’amministrazione di Bongo ha sviluppato politiche ecologiche per diversificare l’economia del Gabon dalla sua dipendenza dalle vendite di greggio. La scorsa settimana è stato finalizzato uno swap debito-natura che consiste in un “blue bond” da 500 milioni di dollari. Si prevede di raccogliere 200 milioni di dollari con un green bond per finanziare la costruzione di tre dighe idroelettriche.
Cosa si prevede?
Bongo ha vinto di stretta misura nel 2016 con 5.500 voti. È di nuovo il favorito: per il saldo controllo del suo partito in Parlamento e negli altri uffici elettorali. E per i guai del suo principale contendente.