Poco più di cinque settimane fa in Gabon dominava la dinastia Bongo, da 55 anni installata ai vertici dello stato. E Ali Bongo Ondimba, figlio del fondatore Omar, si apprestava a ricevere il terzo mandato presidenziale.
Nel volgere di una notte, quella del 30 agosto, un colpo di stato militare ha rovesciato Ali Bongo e avviato una transizione che dovrebbe portare al voto. Il Consiglio nazionale di transizione, diretto dal generale Brice Oligui Nguema e composto da militari, è l’organismo chiave di questo passaggio.
Quanto durerà questa transizione non è possibile prefigurarlo perché, hanno stabilito i militari, sarà un “dialogo nazionale” a stabilirlo. Dialogo che dovrebbe tenersi tra aprile e giugno del 2024 e dovrebbe coinvolgere tutte le “forze vive” della nazione.
Intanto il generale Nguema e i suoi, dopo aver nominato un governo di transizione, affidato al primo ministro Hdong Sima, hanno completato l’architettura istituzione.
Sabato scorso, il portavoce dei militari ha letto in televisione la lista dei componenti dell’assemblea nazionale e del senato di transizione. I 98 membri dell’assemblea nazionale sono esponenti di partiti e della società civile che erano all’opposizione del regime Bongo. Tra i 70 membri del senato sono stati nominati invece imprenditori, sindacalisti, esponenti religiosi e capi tradizionali.
È ancora presto per capire di quali poteri effettivi dispongano il governo e il parlamento nominati. Per il momento, sembra trattarsi di una operazione dei militari per coinvolgere settori della società gabonese in vista di un altro momento cruciale: il dialogo nazionale dovrà esprimere un’assemblea costituente incaricata di elaborare una nuova Costituzione che sarà sottoposta a referendum.