Il programma BBC Africa Eye ha messo in luce uno scandalo avvenuto in Gabon, riguardante abusi sessuali da anni perpetrati su ragazzi minorenni nei circoli del calcio nazionale.
Già il quotidiano britannico The Guardian aveva riportato tali abusi nel dicembre 2021, quando in seguito alla sua denuncia quattro allenatori, tre dei quali tuttora in carcere, erano stati arrestati.
Nel video documentario della BBC dal titolo Predatori in campo. Dentro il più grande scandalo calcistico africano, si dice, peraltro, che nel corso degli anni erano stati fatti vari tentativi di allertare le autorità su ciò che stava accadendo.
Nel 2019, ad esempio, l’ex giocatore della nazionale del Gabon, Parfait Ndong, era tornato a casa e aveva fondato la sua accademia Jardin de football au Gabon.
Ndong è conosciuto e stimato nel mondo del calcio gabonese, dopo un’illustre carriera da giocatore in Europa.
Scoperto ciò che succedeva ha affermato: «Ho fatto tutto il possibile per allertare le autorità», aggiungendo di aver parlato con il presidente della lega calcio, col presidente della federazione nazionale gabonese, conosciuta come Fegafoot, e con l’allora ministro dello sport.
Visto che la sua denuncia era stata ignorata, si è rivolto ai media locali concludendo: «Nessuno voleva sentire quello che avevo da dire».
Al centro delle accuse più gravi c’era Patrick Assoumou Eyi, noto nel mondo calcistico come “Capello”. Allenatore delle nazionali giovanili del Gabon per decenni, Capello aveva il potere di decidere chi avrebbe giocato e chi no.
«I responsabili dei centri di formazione e delle accademie calcistiche lo idolatravano», ha detto Ndong.
Nel dicembre 2021, come menzionato, la FIFA aveva avviato un procedimento di indagine preliminare condotto dal comitato etico Fegafoot, da poco insediato, sulle denunce degli abusi presumibilmente commessi da Capello.
L’allenatore venne sospeso da tutte le attività legate al calcio. In seguito, nel maggio 2022, la camera investigativa della FIFA formalizzò l’indagine preliminare.
Diverse persone hanno testimoniato che negli anni migliaia di ragazzi hanno subito abusi.
Omertà diffusa
Loic Alves, un consulente legale della FIFPRO, sindacato globale dei calciatori professionisti, tuttavia, ha denunciato che consentire a Fegafoot di condurre inizialmente le indagini costituiva un “conflitto di interessi a tutti i livelli”.
La sua obiezione si basava sul fatto che non è possibile fidarsi di un’entità che è vittima della stessa istituzione all’origine degli abusi.
In realtà, Capello ha ammesso le accuse di stupro, adescamento e sfruttamento di giovani giocatori e rimane in carcere in attesa di sentenza.
Gli altri allenatori arrestati, tuttavia, negano le accuse mosse contro di loro. Sono state sollevate domande su quali autorità fossero a conoscenza e quando.
Un testimone diretto che nelle giovanili ha subito abusi e ha continuato a giocare in Europa, ha dichiarato che può parlare senza problemi soltanto perché si trova all’estero. Se fosse in Gabon, ha detto, la sua stessa vita sarebbe in pericolo.
«Hanno arrestato Capello – ha dichiarato – ma da quanto tempo lo sanno e non hanno fatto nulla? Si sono fermati al livello più basso. Le responsabilità arrivano fino ai vertici – ha concluso – ma faranno il possibile per insabbiare tutto. Capello è solo un capro espiatorio. Sono le teste al vertice che dovrebbero rotolare».
Un altro calciatore ha confessato di aver subito abusi dall’età di 14 anni. Ha giocato per la squadra nazionale del Gabon per diversi anni: «Non so quanti allenatori abusassero dei ragazzi, ma Capello è il più conosciuto e si è comportato così per 25 o 30 anni. Ha avuto la responsabilità di migliaia di ragazzi che allenava, è difficile calcolare di quanti di loro abbia abusato».
Responsabilità della FIFA
D’altro lato, Pierre-Alain Mounguengui, responsabile della Fegafoot, nonostante la richiesta di sue dimissioni, è rimasto in carica ed è stato rieletto nell’aprile 2022.
Tre settimane dopo la sua rielezione, Mounguengui è stato arrestato e accusato di “omessa denuncia di crimini di pedofilia”. A differenza di Capello, tuttavia, la FIFA non lo ha sospeso, cosicché ha continuato a gestire Fegafoot dal carcere.
Un altro ex nazionale del Gabon, Rémy Ebanega, che ha fondato il primo sindacato di calciatori professionisti del paese nel 2014, è – come Ndong – una delle poche figure del calcio gabonese che parla senza problemi.
Lui non ha sofferto abusi ma ha detto di avere diversi amici che ne hanno subiti.
«La giustizia locale ha imprigionato il presidente della federazione ma la FIFA non ha fatto nulla», ha detto Ebanega. «Mi chiedo perché non abbiano sospeso anche lui durante le indagini, come hanno fatto con Capello».
Nel maggio 2022, la FIFA, di fatto, ha sospeso formalmente Capello, altri due allenatori e il capo della lega di calcio, ma non ha sanzionato Mounguengui.
Interviene la CAF
Nel frattempo, la Confederazione del calcio africano (CAF) ha affermato che Mounguengui era da considerarsi innocente fino a prova contraria e aveva scritto all’allora ministro dello sport del Gabon Franck Nguema nell’aprile 2022 per obiettare alla sua detenzione.
Il presidente stesso della CAF, Patrice Motsepe, aveva poi fatto visita, quattro mesi dopo, al boss della Fegafoot.
Dopo circa sei mesi di carcere, infine, Mounguengui era stato provvisoriamente rilasciato. E tre settimane dopo, all’apertura della Coppa del Mondo FIFA 2022 in Qatar, era stato fotografato mentre abbracciava il presidente della CAF.
Secondo Ebanega, l’invito del capo della FIFA Gianni Infantino a Mounguengui di andare in Qatar ha legittimato la prestazione di Fegafoot, e a due anni dalle accuse di abusi esposte dai media internazionali, molte figure di spicco di Fegafoot restano al potere.
Secondo molti testimoni gli abusi proseguono, anche se tutti i partiti hanno condannato l’abuso sui minori in qualsiasi forma nei termini più forti possibili.
Fegafoot e Mounguengui, d’altro lato, hanno negato le accuse e hanno affermato che sarebbero state intraprese azioni appropriate non appena le accuse di abusi sessuali nel calcio gabonese fossero state rese pubbliche.
La FIFA e la CAF, dal canto loro, hanno pure negato tutte le accuse mosse contro di loro e hanno affermato che l’indagine della FIFA formalizzata nel maggio 2022 era ancora in corso.
La CAF ha precisato inoltre che Motsepe ha visitato il Gabon principalmente per sottolineare la tolleranza zero dell’organizzazione verso gli abusi sessuali e per sostenere le autorità investigative.
Nguema, infine – che non è più ministro dello sport dopo il colpo di stato del 30 agosto – ha dichiarato che nessuno lo aveva informato in merito alle accuse di abusi sessuali prima che diventassero pubbliche.