Stop alle bugie. Basta cercare nella guerra in corso in Ucraìna il capro espiatorio di scelte sbagliate e dei risultati di una crisi cominciata da tempo.
Questa, in sostanza, la risposta dell’ambasciata russa ad Accra (Ghana) alle “accuse” lanciate ripetutamente nei giorni scorsi da esponenti del governo di Nana Akufo Addo. Risposte affidate a una serie di tweet che non solo intendono contrastare analisi che sarebbero basate «sulle emozioni e sul pregiudizio politico», ma che forniscono interpretazioni oggettive alle contingenze economiche che il paese sta affrontando.
«La verità è differente» scrive l’ambasciata russa, secondo cui le radici del problema sono assai antecedenti al conflitto. Un conflitto che il testo presenta come «azioni in Ucraina» da parte della Russia. La rappresentanza diplomatica affida la spiegazione a nove punti, pubblicati sempre sulla piattaforma Twitter.
Sottolinea, per esempio, che l’incremento dei prezzi è cominciato nel 2020 e ha raggiunto il suo picco nel febbraio 2022 (l’invasione dell’Ucraìna data 24 febbraio 2022). Ma anche il prezzo del petrolio – che tra il 2020 e 2022 è aumentato del 22% – così come è aumentato quello del gas naturale. Tra i motivi, la pandemia e la reazione a quest’ultima con l’aumento del costo dei trasporti.
Il testo pubblicato su Twitter ricorda anche che il Programma alimentare mondiale (Pam) aveva già previsto gli incrementi di materie prime, compreso il grano, che già nel 2021 era aumentato del 25%. Anzi – rilancia l’analisi dell’ambasciata – tali momenti critici nel mercato agricolo sono il frutto di errori nelle politiche macroeconomiche riguardanti il cibo, l’energia e l’emergenza climatica nei confronti dei paesi in via di sviluppo.
E se oggi gli stock sono diminuiti e rischiano di non riuscire a contenere la crisi è a causa della crescita del deficit, ma anche di certo protezionismo, delle guerre commerciali e della politica dei sussidi in agricoltura.
Tutta colpa degli occidentali
Sono le politiche occidentali – secondo i tecnici russi – a peggiorare con le loro azioni e decisioni la crisi alimentare dei paesi dipendenti dalle importazioni. L’aumento del petrolio e dei fertilizzanti sta riducendo la capacità dei coltivatori locali ma anche questo non accade a causa del conflitto in Ucraìna, dicono i russi. Le «misure economiche coercitive contro il nostro paese» hanno esacerbato una situazione già esistente. Mentre «la minaccia di fermare i cargo russi con la loro merce e le misure sullo SWIFT» finiranno per rendere impossibile il trasporto di cibo e fertilizzanti.
Il risultato sarà la caduta della produzione in tutto il mondo. Ed è nelle ultime note che l’ambasciata manda un messaggio, non solo ovviamente al governo ghaneano: «l’attuale situazione dovrebbe essere vista da tutti i paesi attraverso le lenti dell’interesse nazionale».
Si invitano dunque gli stakeholders (leader politici, governi, istituzioni commerciali e finanziarie) a prendere una posizione ferma. E – si lascia intendere – autonoma. «Revocare misure coercitive unilaterali può ridimensionare in modo significativo le tensioni che oggi riguardano l’aspetto dei trasporti, logistico e finanziario per le esportazioni di beni primari e combattere il trend economico attuale».
Mutuo rispetto
La nota diplomatica russa conclude parlando della necessità del «mutuo rispetto e del dialogo costruttivo per affrontare problemi che hanno una ramificazione globale. Se ciò non sarà fatto, e con urgenza, le conseguenze potranno essere catastrofiche per tutti».
Insomma, alle rimostranze del governo ghaneano che ai cittadini spiega che il difficile momento economico è dovuto anche a un conflitto in corso così lontano, la Russia risponde rilanciando un messaggio che da un lato risponde alle accuse e dall’altro riporta a timori più forti lasciando intendere che la situazione peggiorerà poiché le conseguenze delle misure intraprese dalle istituzioni internazionali finiranno – a questo punto davvero – per abbattersi sulle popolazioni.
Intanto, il Ghana a marzo ha registrato un’inflazione record del 19,4%, il 3,7% in più del mese precedente. Aumenti consistenti del cibo (risulta il 3° paese africano con il più alto costo del pane), trasporti e degli affitti stanno trainando la tendenza al rialzo in molti altri settori.
Tagli ai servizi
La narrativa della guerra in Ucraìna è sicuramente una modalità attraverso cui questo governo sta cercando di placare la rabbia crescente dei cittadini che lamentano una governance insensibile alle necessità delle classi meno agiate. Nel messaggio di Pasqua il presidente Akufo-Addo ha invitato la popolazione alla speranza di momenti migliori, ma ha parlato anche delle misure economiche che il suo governo intende mettere in campo per affrontare il periodo di crisi «esacerbato – ha detto – dagli effetti dell’invasione russa in Ucraìna».
Qualche settimana fa il ministro delle finanze, Ken Ofori-Atta ha ricordato che il paese, nel periodo della pandemia, ha perso 13,1 miliardi di cedi ghanese in entrate mentre la spesa è aumentata di 14,2 miliardi. Tra le misure ci sarà, dunque, il taglio della spesa del 20% come atto di stabilizzazione e sostenibilità del debito – si vedrà in quali settori – ma anche il taglio del 50% dei cedolini di spesa per il pagamento del carburante a vantaggio di esponenti del governo e di altre istituzioni e una restrizione delle missioni all’estero.
E i cittadini sperano davvero che non si tratti di mera propaganda.