Francis Nwia-Kofi Ngonloma, conosciuto come Kwame Nkrumah Osagyefo (il redentore), si spegneva cinquanta anni or sono, il 27 aprile 1972, a 62 anni, a Bucarest, in Romania, a causa di un male incurabile. In occasione del giubileo d’oro della morte di Nkrumah in Ghana, stampa, televisioni, radio e social media hanno celebrato i successi raggiunti dal compianto presidente.
Nkrumah apparteneva al gruppo dei padri fondatori del partito della Convenzione unita della Costa d’Oro (Ugcc), popolarmente noto come “il gruppo dei sei grandi”: oltre a lui Ebenezer Ako-Adjei, Edward Akufo-Addo, Joseph Boakye Danquah, Emmanuel Obetsebi-Lamptey e William Ofori-Atta. Doppiamente laureato negli Stati Uniti, il fondatore del Convention People’s Party (Cpp), era stato primo ministro e presidente del Ghana (ex Costa d’Oro) per la cui indipendenza dal dominio britannico (1957) aveva speso l’intera esistenza, e fu il primo leader africano del Sud Sahara a far ottenere al proprio paese l’autogoverno.
Padre riconosciuto del panafricanismo e protagonista della lotta anticoloniale, affermò spesso: «La nostra indipendenza è senza significato, se non va di pari passo con la totale liberazione dell’Africa». Il governo da lui guidato venne rovesciato il 24 febbraio 1966 da un colpo di stato militare, apparentemente sostenuto dalla Cia, con a capo il colonnello Emmanuel Kwasi Kotoka, mentre Nkuruma era in visita in Cina.
La visione di Nkrumah ha ispirato molti attivisti politici non solo in Africa ma a livello internazionale, come dichiarato recentemente dall’attuale segretaria generale del Cpp, Nana Yaa Akyempim Jantuah, in visita con altri leader del partito al mausoleo e al parco dedicati dall’ex presidente Jerry Rawlings a Nkrumah nella capitale Accra.
Dopo il golpe che lo depose, Nkrumah si trasferì a Conakry, in Guinea, ospite dell’amico Sekoù Tourè. Inizialmente inumato a Conakry e in seguito a Nkrouful, sua città natale nella regione ghaneana occidentale, il suo corpo venne infine traslato nel mausoleo in cui sono esposti vari artefatti relativi all’indipendenza del paese.
Gli ideali di Nkrumah, nelle parole di Nana Jantuah, non si sono mai spenti. Lo ha descritto come un vero africanista, un teorico e politico rivoluzionario, che avrebbe meritato maggiori onorificenze e una degna sepoltura dopo la sua morte.
Jantuah ha peraltro fatto appello al presidente Nana Akufo-Addo affinché patrocini una rinnovata celebrazione funebre tra qualche mese, dichiarando che «questo è il tempo in cui occorre il sostegno anche degli ex presidenti John Agyekum Kufuor e John Dramani Mahama, come pure di tutti i personaggi politici di rilievo nell’organizzazione, per offrire rinnovate onoranze funebri che attestino il grande contributo dato al paese dal suo primo presidente».
Un secondo membro del Cpp, Bright Akwetey, sottolineava dal canto suo che il partito deve essere fedele al retaggio di Nkrumah e continuare nella lottare per liberare il continente, perché sarebbe motivo di grande tristezza per il compianto padre della patria vedere un’Africa tutt’ora colonizzata mentalmente ed economicamente.
Sull’orma tracciata dal suo fondatore, il partito si è detto tutt’oggi impegnato nel trovare soluzioni alle sofferenze e alle sfide dell’Africa e al suo progresso politico, economico e sociale. I dirigenti del Cpp hanno preso infine l’impegno di stilare nei prossimi mesi un’agenda di iniziative per commemorare la figura di Kwame Nkrumah, formando un comitato speciale che organizzerà ulteriori onoranze funebri a novembre.