HIV: in Africa subsahariana il più grande calo di infezioni al mondo
Nazioni Unite Salute
Il nuovo report di UNAids: in alcuni paesi africani, nel 2022 si è registrato fino all'80% e 70% in meno dei casi rispetto al 2010
HIV: nell’Africa subsahariana il più grande calo di infezioni al mondo
23 Luglio 2024
Articolo di Redazione
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L’ultimo rapporto di UNAids ha rivelato che, per la prima volta nella storia della pandemia di HIV, la maggior parte delle nuove infezioni da HIV si è verificata in paesi al di fuori dell’Africa subsahariana. Questo dato rappresenta una svolta significativa nella lotta globale contro il virus e mette in evidenza sia i progressi notevoli ottenuti in Africa subsahariana sia la necessità di intensificare gli sforzi di prevenzione altrove.

I paesi africani hanno ottenuto risultati straordinari nella riduzione delle nuove infezioni da HIV. Secondo il rapporto, il numero di nuove infezioni in Africa subsahariana è diminuito del 56% dal 2010. Ma alcuni paesi hanno superato nettamente questa soglia, con l’83% in Botswana, il 78% in Zimbabwe, 73% in Rwanda e 72% in Malawi. Simili traguardi sono stati raggiunti anche in Somalia ed Eritrea, insieme a buona parte dell’Africa meridionale, come il Sudafrica

Tuttavia, alcuni paesi, come il Congo, il Madagascar e la Mauritania, hanno registrato un aumento delle nuove infezioni dal 2010. Nonostante queste eccezioni, il quadro generale in Africa subsahariana è positivo, con un calo significativo delle infezioni tra i giovani, in particolare le ragazze adolescenti e le giovani donne.

Questo progresso non è uniforme a livello globale, dove la percentuale in calo si ferma al 39%. D’altra parte, le nuove infezioni stanno aumentando in altre parti del mondo, con incrementi in alcuni casi preoccupanti. Ad esempio, in Europa orientale e Asia centrale, le nuove infezioni sono aumentate del 49% dal 2010, mentre in Medio Oriente e Nord Africa l’incremento è del 61%.

La direttrice esecutiva di UNAids, Winnie Byanyima, ha sottolineato l’importanza della tutela dei diritti umani per combattere efficacemente l’HIV. La loro violazione in molti paesi sta rendendo più difficile l’accesso alle cure per i gruppi emarginati, come persone che si iniettano droghe, prostitute, donne transgender e uomini gay. Questi gruppi spesso affrontano leggi discriminatorie e punitive, che ostacolano la loro capacità di ricevere trattamenti adeguati. Byanyima ha evidenziato che i tassi di HIV sono più bassi nei paesi dove l’omosessualità è depenalizzata. 

Nonostante i progressi, il rapporto di UNAids avverte che il mondo non è sulla buona strada per porre fine all’AIDS come minaccia per la salute pubblica entro il 2030. Il successo dipenderà dalle azioni immediate dei leader governativi e aziendali. Con 39,9 milioni di persone che vivono con l’HIV nel 2023 e 1,3 milioni di nuovi casi registrati, è essenziale intensificare gli sforzi globali per combattere questa pandemia.

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