«Sono lieto di annunciare che il 30 settembre prossimo terrò un Concistoro per la nomina di nuovi Cardinali. La loro provenienza esprime l’universalità della Chiesa che continua ad annunciare l’amore misericordioso di Dio a tutti gli uomini della terra».
Tre dei 21 nuovi cardinali così annunciati da papa Francesco il 9 luglio reggono chiese africane.
Si tratta dell’arcivescovo di Juba Stephen Ameyu Martin Mulla (Sud Sudan), di mons. Protase Rugambwa, arcivescovo di Tabora in Tanzania e di mons. Stephen Brislin che dal 1990 al 2003 era stato vicario generale e quindi amministratore della diocesi di Kroonstad (Sudafrica).
Benedetto XVI lo nominò nel 2009 arcivescovo di Città del Capo.
Originario di Welkom, mons. Brislin è stato presidente della Conferenza episcopale cattolica sudafricana dal 2013 al 2019 e si è detto del tutto colto di sorpresa e piuttosto confuso dopo aver sentito della sua nomina.
Mons. Stephen Ameyu, originario dell’Equatoria orientale, ha insegnato vari anni nel seminario diocesano di Juba, capitale del Sud Sudan, di cui è stato anche rettore.
Il 3 gennaio 2019 papa Francesco lo aveva nominato vescovo di Torit dopo che la diocesi era rimasta vacante per oltre cinque anni. In dicembre 2019 era diventato arcivescovo di Juba.
Mons. Protase Rugambwa, infine, originario della diocesi di Rulenge-Ngara a Dar es-Salaam, dopo aver ricoperto vari ruoli, nel 2008 fu nominato da papa Benedetto XVI vescovo titolare della diocesi di Kigoma, nel 2012 divenne poi segretario aggiunto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli e presidente delle Pontificie Opere Missionarie.
Il 9 novembre 2017 fu nominato segretario della stessa Congregazione e il 13 aprile 2023 papa Francesco lo ha nominato arcivescovo coadiutore di mons. Paul Runangaza Ruzoka, metropolita di Tabora.
Dall’inizio del suo pontificato, il papa argentino avrà creato quattordici cardinali provenienti dal continente africano.
