Il presidente del Malawi ha dichiarato lo stato di disastro nazionale per il passaggio del ciclone Freddy, una delle tempeste più potenti e durature mai registrate nell’emisfero australe, che per la seconda volta in un mese si è abbattuto su Mozambico e Malawi provocando più di 500 morti nei due paesi.
In quest’ultimo paese ha ucciso quasi 200 persone, un bilancio ancora provvisorio perché le piogge, che hanno causato inondazioni e smottamenti, continuano, complicando il lavoro dei soccorritori che lottano per trovare nel fango morti e sopravvissuti.
Oltre 19mila persone sono sfollate. Ingenti anche i danni alle infrastrutture (strade e ponti in particolare) e alle abitazioni, con la maggior parte delle regioni colpite che restano ancora inaccessibili. Elettricità e comunicazioni sono interrotte in molte aree, cosa che complica ulteriormente i soccorsi.
Il timore è anche per i sopravvissuti. Mancano tende, coperte, sapone, medicinali, cibo e soprattutto acqua pulita, fa sapere Medici senza Frontiere, avvertendo che gli ospedali, già sovraccarichi, sono “sopraffatti dall’afflusso di feriti”.
Su tutta la popolazione incombe ora la minaccia di un’ulteriore diffusione dell’epidemia di colera che da marzo 2022 ha provocato già oltre 1.500 morti con più di 50mila contagi: una media di oltre 500 nuovi casi ogni giorno (dati del 2 marzo).
L’epidemia di colera peggiore che il paese abbia mai conosciuto si è sviluppata poco più di un anno fa, dopo il passaggio di due tempeste tropicali (Ana e Gombe), che già avevano messo in ginocchio il paese, alle prese con un cronico sottofinanziamento del sistema sanitario e delle infrastrutture idriche ed igieniche, e con l’interruzione delle campagne di prevenzione del colera a causa della pandemia da Covid-19.
Negli ultimi anni, tempeste tropicali e cicloni stanno diventando fenomeni sempre più frequenti e distruttivi lungo la costa sud-orientale del continente, per effetto del cambiamento climatico.
Freddy si è formato al largo dell’Australia all’inizio di febbraio, raggiungendo l’Africa meridionale per la prima volta alla fine del mese dopo una traversata senza precedenti di oltre 10mila km da est a ovest nell’Oceano Indiano.