Il Fespaco, che si terrà a Ouagadougou (Burkina Faso) dal 25 febbraio al 4 marzo, ha svelato il suo programma che proporrà come sempre il meglio della produzione cinematografica del continente e della sua diaspora.
Una grande kermesse che si terrà nonostante i timori riguardo la sicurezza del paese che dal 2015 ha subito frequenti attacchi jidhaisti e che nel 2022 ha visto susseguirsi due colpi di stato.
Il segretario generale Alex Moussa Sawadogo ha garantito che non ci saranno problemi e che il Festival non risentirà neanche delle recenti tensioni con la Francia.
Forse è anche per rassicurare maggiormente gli animi che il tema di quest’anno è il cinema e la cultura della pace. E non manca naturalmente una strizzatina d’occhio alla tendenza femminista che pare abbia investito tutti Festival cinematografici.
Sarrounia
La locandina del Fespaco è infatti dedicata quest’anno a Sarrounia, eroina popolare del Delta del Niger dotata di poteri magici e fiera resistente contro i francesi. Immortalata nel 1980 dallo scrittore Mamani Abdoulaye e poi da Med Hondo nell’omonimo film del 1987, viene omaggiata dal Fespaco come guerriera che diventa simbolo di difesa della pace, di lotta contro il terrorismo e l’intolleranza.
Una regina che incarna l’orgoglio, resistenza e resilienza africana e attraverso la quale si rende omaggio a tutte le regine che attraverso il sacrificio di sé, la convinzione e la perseveranza hanno contribuito a difendere la cultura e mantenere la pace.
Ricca edizione
Retorica a parte, i numeri confermano che sarà un’edizione ricca con 170 opere tra lungometraggi, corti, documentari, animazione, serie tv da Burkina Faso, Senegal, Nigeria, Egitto, Mozambico, Angola. Kenya, Maurizio, Marocco, Algeria e Repubblica Dominicana.
15 i lungometraggi che si contenderanno l’Etalon d’or du Yennega che verrà consegnato da una giuria presieduta dalla produttrice tunisina Dora Bouchoucha.
Segnaliamo tra i titoli Mami Wata, già selezionato dal Sundance e Xalé, les blessures de l’enfance del senegalese Moussa Sene Absa che rappresenterà il Senegal agli Oscar.
Il primo è un film in bianco e nero, una favola moderna su Mami Wata che utilizza il genere per creare un nuovo linguaggio cinematografico. Più classico il film di Moussa Sene Absa, interpretato dall’attrice Nguissaly Barry, dramma sociale che denuncia la violenza contro le donne ma ricorda anche il pericolo dei viaggi in piroga verso l’Europa, un Eldorado che i giovani continuano a sognare nonostante le continue morti.