Sorprendente la vittoria di Ntsokoane Samuel (Sam) Matekane, 64enne magnate dei diamanti e leader del partito Rivoluzione per la prosperità (Rfp), fondato solo sette mesi fa (marzo 2022), che ha conquistato 56 seggi parlamentari su 120 alle elezioni del 7 ottobre scorso.
Il Congresso democratico (Dc), è arrivato secondo con 29 deputati, mentre la Convenzione di tutti i Basotho (Abc), il partito del governo uscente e vero sconfitto al voto, ne ha mantenuti soltanto 8 (ne aveva ottenuti 48 alle elezioni anticipate del 2017).
Matekane, che però non è riuscito a conquistare la maggioranza assoluta in parlamento (61 seggi), ha annunciato la nuova coalizione di governo che comprende l’Alleanza dei democratici (Ad) con 6 seggi e il Movimento per il cambiamento economico (Mec) con 5.
A fronte dell’instabilità politica che ha segnato le coalizioni di governo nell’ultimo decennio, il nuovo leader ha promesso che entro 100 giorni farà approvare la riforma – che in extremis non era stata votata dal parlamento uscente – che vieta, tra l’altro, ai deputati di cambiare alleanza di partito entro i primi tre anni del loro mandato.
Tra gli impegni principali della nuova formazione governativa vi sono la lotta alla dilagante corruzione e la crescita dell’economia. Nelle sue prime esternazioni Matekane ha dichiarato di voler ridurre le spese di amministrazione: «Il governo da noi ereditato è in bancarotta, ragione per cui inizieremo a ridimensionare il gabinetto dei ministri; ognuno userà la propria auto personale e continuerà a stare nella propria casa fino a quando la situazione non sarà tornata alla normalità».
Per una maggiore trasparenza, il ricco uomo d’affari ha fatto sapere che tutti i membri eletti nel suo partito dovranno dichiarare il proprio patrimonio, lui compreso.
La lotta alla povertà rimane tra le principali sfide anche per il neo governo. Secondo l’analisi sulla povertà, espressa congiuntamente dalla Banca mondiale e dall’Ufficio di statistiche del Lesotho, nel 2019 oltre il 75% della popolazione era povero o predisposto alla povertà.
Sempre secondo le stime della Banca mondiale, nel 2021 la disoccupazione giovanile nel paese enclave del Sudafrica era tra le più alte al mondo e tre volte superiore al tasso medio rilevato in altri paesi a reddito medio-basso. Altra tendenza inquietante è il numero crescente di basotho (la popolazione del piccolo regno montagnoso) che ha rinunciato a cercare lavoro.
«La vittoria di Matekane è una evidente dimostrazione di quanto il popolo del Lesotho sia stanco di persone che una volta al potere non producono risultati per il bene del paese», sostiene Lefu Thaela, analista politico locale.
Nonostante ci siano state segnalazioni di errori nelle liste elettorali, le elezioni sono state giudicate libere e corrette, svoltesi in un clima di pace in tutto il paese.
La delegazione di osservatori dall’Unione europea, presente per la prima volta nel paese, ha asserito che le votazioni e i conteggi sono stati ben organizzati e gestiti in modo professionale. Giudizio confermato anche dalle missioni di osservazione della Comunità per lo sviluppo dell’Africa australe (Sadc) e dal Consiglio delle ong del Lesotho (Lcn).