Il Somaliland si rilancia con il porto di Berbera - Nigrizia
Economia Somalia
Operazione commerciale con risvolti politici
Il Somaliland si rilancia con il porto di Berbera
Stanno dando frutti gli investimenti della multinazionale Dubai Ports World che si è assicurata la gestione del porto per 30 anni. In quattro anni è quadruplicato il movimento dei container e si è creata nuova occupazione. Per la sua posizione, il porto fa concorrenza a Gibuti e guarda al mercato etiopico. Una crescita che potrebbe giovare al riconoscimento internazionale della regione separata dalla Somalia dal 1991
11 Gennaio 2023
Articolo di John White
Tempo di lettura 4 minuti
(Frontier Africa Reports)
Il terminal container di Berbera

Il porto di Berbera, nel Somaliland, la regione separatasi nel 1991 dalla Somalia, che si considera stato indipendente di fatto pur non essendo riconosciuta né dalla Somalia né dalla comunità internazionale, va acquistando uno spessore rilevante per l’aumento del trasporto marittimo di merci.

A favorirne lo sviluppo ha contribuito notevolmente la DP World (Dubai Ports World), compagnia multinazionale con sede a Dubai (Emirati Arabi Uniti), specializzata in servizi marittimi di cargo e trasporto container. La compagnia ha ampliato le proprie attività nell’area al fine di rendere Berbera un vero punto di riferimento commerciale sul Mar Rosso. Uno sviluppo che contribuisce ad aumentare anche il peso politico del governo della regione e a favorire un suo futuro riconoscimento.

Mohammed Attaye è dal 2021 uno dei manager del terminal container di Berbera, riaperto dopo due anni di sospensione per il riammodernamento del porto che guarda sul Golfo di Aden. «Le nuove moderne attrezzature ci permettono di incrementare notevolmente le operazioni. Quattro anni fa in un’ora riuscivamo a gestire non più di sette container; oggi superiamo i trenta. All’epoca in un anno potevamo muovere 150.000 container di 25 metri, oggi 4 volte tanto, con la prospettiva di aumentare di 13 volte quanto gestivamo nel 2019».

La multinazionale coltiva interessi commerciali in 34 paesi, 12 dei quali in Africa e in Medioriente. Con un investimento di 442 milioni di dollari, si è assicurata 30 anni di concessione nella gestione del porto. Ha inoltre stabilito l’Area economica di Berbera, una zona di libero commercio finalizzata ad attrarre nuovi investimenti di imprese estere.

Opportunità economica

La posizione strategica di Berbera facilita certamente lo sviluppo commerciale dell’area attraverso le attività portuali e fornisce un grande impulso a una regione che vive prevalentemente di agricoltura e allevamento.

Supachai Wattanaveerachai, tailandese, amministratore delegato della DP World è certo che l’intera area del Corno d’Africa offra grandi possibilità di sviluppo. L’Etiopia ha una popolazione di quasi 120 milioni di abitanti ed è un paese tutt’ora senza sbocco al mare. Il governo ha quindi grande necessità di trovare strade per i servizi necessari al paese. DP World ha stimato che due terzi delle merci che transitano nel porto di Berbera, soprattutto granaglie, cibi processati, macchinari e materiali da costruzione, saranno destinati al mercato etiopico. Anche perché il Somaliland, che ha 4,2 milioni di abitanti, è un mercato estremamente piccolo.

Certo è che Berbera ha un grande valore strategico, dato che tra il porto e Addis Abeba vi sono circa 900 km, gli stessi che vi sono tra Gibuti e la capitale etiopica. Al momento il 90% del commercio etiopico passa attraverso Gibuti, uno stato che confina a sud con la Somalia, a nord con l’Eritrea e a sudovest con l’Etiopia. Il porto di Berbera ha quindi tutti i requisiti per competere con i rivali portando grande beneficio al Somaliland.

Secondo Supachai gli investimenti di DP World negli ultimi cinque-sei anni hanno generato 116 milioni di dollari di introiti alle comunità locali e oltre 2.700 posti di lavoro. E prevede che il guadagno annuale d’ora in avanti sarà di almeno 87 milioni di dollari.

Etiopia alla finestra

Va detto, tuttavia, che le operazioni portuali hanno avuto un inizio alquanto burrascoso: l’Etiopia, a causa della grave crisi economica sorta per il conflitto con il Tigray, aveva deciso di ritirare l’opzione di acquisto del 19% delle partecipazioni al progetto. E lo scoppio della pandemia del Covid aveva pure contribuito a uno stallo quasi totale nei movimenti commerciali. Alla fine DP World e Somaliland sono stati costretti ad assumere rispettivamente il 65% e il 35% delle partecipazioni.

Ciononostante, il ministro delle finanze del Somaliland, Saad Ali Shire, ha ottimisticamente definito il porto di Berbera una «gallina dalle uova d’oro», visto che già raccoglie circa il 63% degli introiti governativi. Va detto infine che le ambizioni commerciali del Somaliland potrebbero riportare la regione al centro del quadro politico ed economico del Corno d’Africa. E dato che la regione vuole essere riconosciuta come stato indipendente a livello internazionale, il completamento del progetto di ampliamento del porto di Berbera potrebbe dare un contributo in questa direzione.

 

 

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