In aumento nel mondo i minori vittime di tratta e schiavitù - Nigrizia
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Sono almeno 12 milioni nel mondo, di cui 9 vittime di matrimonio forzato
In aumento nel mondo i minori vittime di tratta e schiavitù
06 Settembre 2024
Articolo di Redazione
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Sono 50 milioni le persone nel mondo colpite da varie forme di schiavitù moderna. Un numero vertiginoso, pari agli abitanti dell’intera Colombia. E di questi 50, 12 milioni minori. La fascia di età tra i 9 e i 17 risulta la più colpita in assoluto e rappresenta il 21.8% delle vittime. Più della metà ha meno di 26 anni. 

Lo si legge nel nuovo report pubblicato da Save the Children, che attinge ai dati forniti dal portale Counter Trafficking Data Collaborative (CTDC), frutto della collaborazione tra la ong statunitense Polaris, l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (IOM) e l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO). 

L’area geografica rappresentata dall’Asia e dal Pacifico risulta la più colpita in assoluto, con 29,3 milioni di persone coinvolte. 

Seguono l’Africa e l’Europa, unita all’Asia Centrale, dove sono state segnalate rispettivamente 7 e 6,4 milioni di persone.

Ma le cifre più inquietanti riguardano, per l’appunto, i minori. E soprattutto le bambine. Dei 12 milioni, 9 milioni sono vittime di matrimoni forzati e 1,6 milioni di sfruttamento sessuale. Un fenomeno cresciuto vertiginosamente a livello globale negli ultimi 10 anni, mentre risulta diminuito lo sfruttamento lavorativo. Complessivamente e trasversalmente alle fasce di età, le vittime di genere femminile tra il 2007 e il 2021 hanno oscillato tra il 55 e 77%.  

Nel contesto italiano, il “Numero verde nazionale in aiuto alle vittime di tratta e/o grave sfruttamento” ha registrato nel 2023 un totale di 2.628 nuove valutazioni di potenziali vittime di tratta, in aumento rispetto agli anni precedenti (2.548 nel 2022 e 2.427 nel 2021)​. La distribuzione di genere tra le vittime è variegata: il 59,8% sono donne, il 36,3% uomini, e il 3,8% persone transgender. Sebbene i flussi migratori dalla Nigeria siano diminuiti, le persone di origine nigeriana rappresentano ancora la maggioranza delle vittime identificate, con 31,3% del totale nel 2023.

 

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