La Chiesa d’Inghilterra si è impegnata a investire £100 milioni (€113 milioni) in un un fondo per compensare i benefici ottenuti durante il periodo della tratta internazionale degli schiavi.
Una recente ricerca realizzata della Church Commissioners for England, un organo interno alla Chiesa anglicana, ha fatto emergere i profitti realizzati da quest’ultima tramite il Queen Anne’s Bounty. Si trattava di un piano finanziario lanciato nel 1704, centrato sull’investimento nella Compagnia dei Mari del Sud; una società che si dedicò principalmente all’acquisto e il trasporto degli schiavi, tra il 1714 e il 1739.
La Chiesa non usa il termine ‘’riparazioni’’. Dato che il suo contributo economico non è destinato ad individui, ma mira ad «offrire opportunità di sviluppo a comunità danneggiate dalla schiavitù» secondo quanto dichiarato da Justin Welby, arcivescovo di Canterbury e capo della Church Commissioners. Il quale ha aggiunto «sono profondamente dispiaciuto per i legami con la tratta degli schiavi […]. È ora di passare all’azione per fare i conti con il nostro vergognoso passato».