Iniziata la corsa allo sviluppo di data center in Africa - Nigrizia
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L’espansione dell’intelligenza artificiale spinge la domanda di capacità di elaborazione di dati. Ma le criticità non mancano
Iniziata la corsa allo sviluppo di data center in Africa
Il mercato dei centri di elaborazione dati nel continente si prevede supererà i 3 miliardi di dollari entro il 2025, con i maggiori investimenti fatti finora in Sudafrica. Ma mancano legislazioni specifiche a tutela degli utenti. Un vantaggio enorme per i colossi del web
12 Dicembre 2024
Articolo di Antonella Sinopoli (da Accra)
Tempo di lettura 4 minuti

I dati sono ormai la risorsa più preziosa. Più del petrolio e dell’oro. Averne accesso può significare incidere sulle scelte dei consumatori, sull’economia, sulle politiche nazionali e internazionali. Ma lo sfruttamento dei dati, da parte di privati, grandi aziende, multinazionali, non sempre va a braccetto con la trasparenza. Soprattutto in Africa.

In questo continente, contrariamente all’Europa o agli Stati Uniti, un cittadino privato non ha facoltà di chiedere l’accesso a propri dati, ad esempio a grandi aziende come Google, Meta o Tik Tok. Tra l’altro su questo mancano consapevolezza e informazione. Ma le cose potrebbero presto cambiare.

La Commissione africana per i diritti umani e dei popoli (ACHPR) ha adottato recentemente una risoluzione che richiede agli stati membri dell’Unione Africana di garantire che i dati detenuti dalle grandi entità siano “disponibili al pubblico”.

La risoluzione chiede ai titolari dei dati – comprese le istituzioni pubbliche, gli enti che ricevono fondi pubblici e gli attori privati, quando esiste un interesse pubblico prevalente – di allineare le loro pratiche al principio della massima divulgazione.

Sudafrica capofila

Intanto, mentre la corsa allo sviluppo dell’intelligenza artificiale (IA) spinge la domanda di capacità di elaborazione dati in tutto il mondo, l’Africa registra un boom nella costruzione di data center, nonostante le sfide infrastrutturali ed energetiche di base.

Gli investimenti maggiori sono stati fatti in assoluto in Sudafrica ma anche in Egitto, Kenya, Marocco, Nigeria. Grandi operatori di data center sono arrivati dall’estero ma anche quelli locali, “panafricani”, hanno spinto negli ultimi anni per occupare il settore. Come l’Africa Data Center, con sede in Sudafrica, che ne conta già 149 in 30 paesi.

Nonostante tale incremento il continente rimane però indietro rispetto al resto del mondo in termini di capacità dei data center. Secondo gli ultimi dati dell’International Data Corporation (IDC) per il 2023, le implementazioni di data center panafricani sono inferiori a 1 megawatt (MW) per milione pro-capite, mentre le Americhe hanno 88,5 MW, l’Europa 73,93 MW e l’Asia-Pacifico 28,68 MW.

Secondo l’Africa Data Centers Association (ADCA), non solo l’Africa rappresenta solo meno del 2% della fornitura mondiale di data center in co-locazione, ma più della metà di essa si trova in Sudafrica. Alibaba, Amazon Web Services, Google Cloud, Huawei, Oracle e Microsoft hanno tutti stabilito servizi cloud in Sudafrica.

Si stima che il continente abbia bisogno fino a 1.000 MW e 700 strutture per eguagliare la capacità del Sudafrica e soddisfare la domanda.

Rivoluzione digitale in corso

Il cambiamento, tuttavia, è in atto. E, come afferma l’ADCA, nel contesto della rivoluzione digitale africana, i data center emergono come fattori chiave della crescita economica.

L’ultimo rapporto prevede che il mercato crescerà del 50% entro il 2026 nonostante le infrastrutture e le sfide normative. Una crescita che sposterà gli investimenti anche in altri paesi.

La realizzazione di nuovi data center è stata già annunciata. Come quella che prevede un investimento da 1 miliardo di dollari per il Kenya da parte di Microsoft e di un’azienda di IA con sede negli Emirati Arabi Uniti.

Parte del finanziamento sarà destinato alla costruzione di un data center “verde” per gestire la nuova regione cloud dell’Africa orientale e che funzionerà con “energia geotermica rinnovabile”.

In Nigeria, Airtel Africa e l’operatore di data center Nxtra by Airtel hanno iniziato la costruzione di un data center hyperscale, vale a dire specializzato per i servizi di cloud computing. La struttura da 38 MW con sede a Lagos dovrebbe essere disponibile all’inizio del 2026.

In Egitto, Huawei ha lanciato una regione cloud a Il Cairo, rivendicando così la prima disponibilità di cloud pubblico nella regione del Nordafrica. C’è poi, l’investitore infrastrutturale e gestore patrimoniale panafricano Africa50 che di recente ha annunciato un investimento di 15 milioni di dollari nel Raya Data Center (RDC).

Fattori di rischio e nuove sfide

Gli ostacoli da superare nel continente non sono pochi e sono di varia natura. Tra questi l’inaffidabilità della rete elettrica, la più lenta adozione del digitale e del cloud, la volatilità economica, i conflitti e l’instabilità politica in vari paesi, la burocrazia e l’inaffidabilità delle infrastrutture di connettività.

Eppure da fattori di rischio questi stanno diventando elementi di sfida. Si prevede che le dimensioni del mercato dei data center in Africa supereranno i 3 miliardi di dollari entro il 2025.

Lo scorso anno il Data Center Magazine ha elaborato una classifica dei dieci dei principali fornitori africani del settore, alcuni pionieristici come 21st Century Technologies a Lagos, esistente già dal 1997.

Come dicevamo spicca la regione sudafricana, seguono Nigeria, Kenya, ma anche il Ghana con Paix, fondato nel 2016. Offre servizi a clienti nazionali e internazionali in tutto il continente africano, assicurando “la protezione e la connessione” dei dati che si impegna a conservare e gestire.

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