Vorrei prima di tutto ringraziare i missionari comboniani che hanno accettato di riprendere le Arene di Pace dei Beati costruttori di pace. Abbiamo avuto subito la benedizione del vescovo di Verona don Domenico Pompili e del sindaco di Verona Damiano Tommasi. È la prima volta che un’arena di pace ha come sponsor il vescovo e il sindaco di Verona.
Abbiamo insieme concordato che l’Arena di Pace non può essere un evento, ma un processo che si terrà ogni due anni. Lo scopo fondamentale è quello di fornire una larga convergenza fra le varie realtà associative e popolari per formare un grande movimento popolare capace di scuotere il nostro governo e anche quello della stessa UE.
Prigionieri di un sistema economico-finanziario-militarizzato
Sono un missionario comboniano partito per l’Africa per convertire, dopo 12 anni nell’inferno della baraccopoli di Korogocho (Nairobi) sono ritornato in Italia convertito dagli impoveriti di Korogocho. L’ultimo giorno i baraccati mi hanno imposto le mani invocando lo Spirito perché tornassi a “convertire la mia “tribù bianca”.
Infatti come possiamo parlare di pace se facciamo guerra ai poveri? Oggi viviamo dentro un sistema economico-finanziario che permette al 10% della popolazione mondiale di consumare il 90% dei beni. Gli scienziati ci dicono che se tutti mantenessimo il nostro attuale stile di vita, avremmo bisogno di due o tre pianeti Terra in più. Metà della popolazione mondiale deve accontentarsi dell’1% delle ricchezze, mentre 800 milioni di persone soffrono la fame. E oltre un miliardo vive in baraccopoli.
Armati fino ai denti
Papa Francesco nell’enciclica Evangelii Gaudium afferma: «Questa economia uccide». Ma questo sistema può reggersi solo perché i ricchi si armano fino ai denti. I dati del SIPRI (Istituto internazionale di ricerca sulla pace di Stoccolma) evidenziano che nel 2023 i ricchi del mondo hanno speso in armi 2.443 miliardi di dollari. Un paesino come l’Italia ha speso 32 miliardi di euro, con un aumento dell’86% nel quinquennio 2019-2023.
Armi che servono per difendere il nostro posto privilegiato in questo mondo e per ottenere quello che non abbiamo. Ne è un esempio la guerra nella Rd Congo di cui nessuno parla perché da lì provengono i minerali essenziali per l’highttech: il coltan per i telefonini (80%), il cobalto per le pile elettriche delle nuove automobili.
I nostri governi sono prigionieri dei fabbricanti di armi. L’italiana Leonardo (ex Finmeccanica) è al terzo posto mondiale in borsa e al sesto posto mondiale per esportazioni di armi che vendiamo ai tanti paesi in guerra, in barba alla legge 185 che ora il governo Meloni vuole eliminare. E tutto questo non fa altro che produrre nuove guerre e conflitti.
Come parlare di pace in un mondo dove ci sono oltre 50 conflitti attivi?
Il percorso di riarmo in atto in Europa e in tutto il mondo potrebbe portarci nell’abisso di una terza guerra mondiale atomica e quindi all’“inverno nucleare”. Ecco perché papa Francesco nell’enciclica Fratelli Tutti afferma che oggi “non ci può più essere una guerra giusta”.
Per di più questo sistema economico-finanziario-militarizzato sta operando sull’eco-sistema che ci potrebbe portare al disastro ecologico e quindi all’“estate incandescente”. Papa Francesco ci ha regalato la Laudato si’ e la Laudate Deum per ammonirci della gravità del momento che viviamo.
Sulle migrazioni politiche criminali
Una dolorosa conseguenza di questo nostro sistema sono oggi i migranti, oltre 100 milioni secondo l’ONU. Gli impoveriti del mondo che bussano alla porta delle nazioni ricche. Ma gli USA e l’Australia li respingono.
L’Europa con le politiche razziste dell’esternalizzazione delle frontiere, cerca di tenerli più lontano possibile da noi, pagando miliardi ai governi dittatoriali del Nordafrica e alla Turchia, alla quale sono stati dati oltre nove miliardi di euro per trattenere in campi di concentramento almeno 4 milioni di afgani, iracheni, siriani che fuggono da guerre fatte dall’Occidente.
La conseguenza più amara di queste politiche criminali è che nel Mediterraneo sono oggi sepolti 100mila migranti! E questo per il suprematismo bianco che alberga nelle menti della tribù bianca e che sta diventando un trionfante fenomeno politico sia negli USA, sia in Europa.
Nel nostro paese questo è espresso dal governo Meloni che sta portando avanti una politica razzista contro i migranti, con una serie di decreti contro le navi salva-vite delle ong, con la creazione dei lager CPR, con le deportazioni dei migranti in Albania.
Artefici del cambiamento
Davanti a questa grave situazione mondiale che ci attanaglia, la speranza può nascere solo dal basso. Ognuno dovrà prendere coscienza della realtà, metterci insieme e creare lentamente forti movimenti popolari per scuotere i nostri governi, prigionieri di questo sistema.
Il lavoro fatto a Verona nei cinque tavoli fra centinaia di realtà di base e associative in preparazione ad Arena di Pace deve essere replicato attraverso tutto il paese per preparare il terreno per un grande movimento popolare.
Nel frattempo difendiamo con i denti la nostra Costituzione antifascista rifiutando l’autonomia differenziata e il premierato. Boicottiamo tutte le banche che pagano per le armi e per i fossili, in particolare le prime tre: Unicredit, Intesa San Paolo e Deutche Bank.
E solidarizziamo con tutti gli universitari che stanno occupando gli atenei in solidarietà con il popolo palestinese e con tutti i giovani impegnati in difesa dell’ambiente. E arrivederci fra due anni all’Arena di Pace 2026.