IntrAfrica podcast / Burkina Faso: la lotta al terrorismo tra propaganda e realtà
26 Giugno 2024
Articolo di Roberto Valussi
Tempo di lettura 2 minuti
Case tradizionali in un villaggio in Burkina Faso. Immagine d'illustrazione.
Con i suoi 36 anni, il capitano Ibrahim Traoré è il capo di stato più giovane al mondo. Di energie fresche, ce ne vogliono per affrontare le giornate di lavoro da presidente del Burkina Faso. Soprattutto quando si ha come priorità la riconquista della metà del territorio nazionale finito in mano a vari gruppi jihadisti negli ultimi dieci anni.
In situazioni estreme come questa, di guerra effettiva, garanzie e paletti democratici sono destinati a saltare. Fino a che punto, però, uno stato emergenziale può giustificare le violazioni dei diritti umani che varie organizzazioni internazionali imputano alla giunta militare guidata da Traoré?
I suoi sostenitori lo difendono a spada tratta e lo presentano come l’erede di Thomas Sankara, suo commilitone, suo predecessore come capo di stato e icona panafricanista e ucciso nel 1987. Ma prima di giudicare a priori sulla tenuta del paragone, vale la pena vedere sul terreno cosa sta accadendo in Burkina Faso.
Ne parliamo con Ilaria Allegrozzi, senior researcher a Human Rights Watch.
Per orientarsi nella puntata:
02:04 – La crisi umanitaria in Burkina
05:39 – Come si vive nelle zone sotto assedio jihadista
09:03 – L’uso problematico delle milizie volontarie (Vdp)
14:23 – L’inchiesta di HRW sugli eccidi dell’esercito sgradita alla giunta
17:41 – Black-out mediatico
20:32 – I ‘’collaborazionisti’’ civili uccisi dall’esercito burkinabè
23:46 – La questione etnica del gruppo peul tra i fattori degli eccidi
26:15 – Come fa HRW a lavorare sul campo in Burkina con il governo ostile alle sua attività?
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