Promessa tradita o normale transizione politica in un sistema democratico? Se guardiamo in filigrana il declino dell’African National Congress che guida il Sudafrica da trent’anni, quale immagine emerge? Nel 1994 il Sudafrica guidato da Nelson Mandela riuscì in un miracolo politico: il secolo breve, quello dei genocidi e delle guerre mondiali, non si concluse con una nuova, terribile guerra civile. Il paese riuscì a superare, senza violenza diffusa, tre decenni di segregazione razziale istituzionalizzata, l’apartheid.
A 30 anni di distanza, il sogno di Mandela sembra appannato: l’Anc, consumato dalla corruzione, si dimostra incapace di soddisfare anche alcuni tra i bisogni più elementari della popolazione.
Mentre le disuguaglianze che rendevano possibile l’apartheid non sono state cancellate. Anzi. Ma le domande che ci stiamo ponendo non hanno risposte semplici: e a dimostrarlo potrebbero essere le stesse urne, che più che suggellare un fallimento potrebbero finire per battezzare una nuova, sicuramente complessa, coalizione di governo.
E che potrebbero provare quindi, che la lotta di liberazione non è un assegno in bianco per l’eternità. E che il sistema democratico sudafricano, con tutti i suoi limiti, funziona.
Ne parliamo con Rocco Ronza, politologo, docente presso l’università Cattolica e Aseri e membro del programma Africa dell’Ispi.
La puntata è a cura di Brando Ricci, con la produzione audio di Roberto Valussi.
Per orientarsi nella puntata:
02:28 – Il lento declino dell’Anc
04:53 – La promessa tradita della rainbow nation?
06:39 – Che governo aspettarsi dalle elezioni?
11:04 – Il Sudafrica sempre più verso i Brics?
13:20 – L’ancoraggio a ovest del paese
15:58 – Cosa vogliono gli Usa
19:16 – La mina vagante Jacob Zuma
23:17 – Le critiche al ‘’compromesso storico’’ di Mandela
25:55 – La tenuta dell’icona Mandela