Il suo mandato è durato 18 mesi e alla fine, come tutti i suoi predecessori, anche Abdoulaye Bathily, rappresentante speciale del segretario generale e capo della missione di supporto delle Nazioni Unite in Libia (UNSMIL), si è visto costretto a gettare la spugna.
Bathily ha annunciato ieri al Consiglio di sicurezza le sue dimissioni, accolte dal segretario generale dell’ONU Antonio Guterres. Una resa che segna l’ennesima sconfitta per i tentativi delle Nazioni Unite di portare il paese alla stabilità.
Le motivazioni dietro la decisione dipingono un quadro estremamente cupo per il paese, dilaniato da caos politico e insicurezza dal 2011, in seguito al rovesciamento del regime di Gheddafi, e di fatto governato da due esecutivi rivali e controllato da una miriade di milizie.
Il politico e diplomatico senegalese si è detto molto scoraggiato e deluso di fronte a persone che mettono “i loro interessi personali al di sopra dei bisogni del paese”, denunciando “la mancanza di volontà politica e di buona fede da parte dei due leader libici che sono a proprio agio con l’attuale situazione di stallo”.
“La determinazione egoistica degli attuali leader nel mantenere lo status quo attraverso manovre e tattiche dilatorie, a scapito del popolo libico, deve finire”, ha aggiunto. “Sotto la mia direzione la missione ha compiuto molti sforzi”, incontrando “resistenza ostinata, aspettative irragionevoli e indifferenza verso gli interessi della popolazione” e “negli ultimi mesi la situazione è peggiorata”.
Annunciando al Consiglio di sicurezza il rinvio a data da destinarsi della conferenza nazionale di riconciliazione interlibica prevista per il 28 aprile, Bathily ha affermato che “in queste circostanze, l’ONU non ha alcuna possibilità di agire con successo”, e che non c’è “spazio per una soluzione politica”.
Interessi stranieri nella destabilizzazione
Il questo senso il diplomatico ha indicato un secondo fattore rilevante, ovvero le crescenti interferenze di attori esterni (il riferimento è in particolare a Turchia e Russia).
Parlando di un paese trasformato in un “campo di battaglia”, Bathily ha avvertito che la Libia sta per perdere la sua sovranità. Gli sforzi fin qui compiuti dall’ONU per evitare che ciò accada, ha spiegato, sono stati minati da attori esterni.
“Il Consiglio di sicurezza dovrebbe assumersi la responsabilità perché è stato il Consiglio di sicurezza che nel 2011 ha deciso di intervenire in Libia”. “Ma finora, nonostante tutti gli sforzi compiuti, invece di migliorare, la situazione sta peggiorando, anche a causa della mancanza di coordinamento degli Stati membri.”
Bathily ha quindi concluso chiedendo al Consiglio di dimostrare unità “per costringere le parti interessate libiche e regionali a sostenere gli sforzi dell’UNSMIL per ripristinare l’unità e la legittimità delle istituzioni libiche attraverso un dialogo politico”.
Abdoulaye Bathily era stato posto alla guida della missione di sostegno delle Nazioni Unite in Libia nell’agosto 2022, dopo le dimissioni del suo predecessore Stephanie Williams, e prima di lei di Jan Kubis, nel novembre 2021. La sua missione era quella di condurre il paese verso elezioni che dovrebbero far uscire la Libia dal lungo periodo di transizione. Un obiettivo che oggi appare sempre più complicato da raggiungere.