Nuova missione in solitaria del ministro dell’interno Matteo Piantedosi in Tunisia dopo quella annullata con la commissaria europea Johansson e i colleghi di Francia e Germania.
Rispedire nei paesi d’origine il maggior numero di persone migranti subsahariane arrivate nel paese nordafricano per evitare che possano imbarcarsi per tentare la traversata verso l’Europa. È questo il nuovo obiettivo dell’accordo raggiunto ieri a Tunisi tra Piantedosi e il suo omologo Kamel Fekih.
Rotte e arrivi
Nei primi quattro mesi del 2023 gli attraversamenti illegali della frontiera Ue lungo la rotta del Mediterraneo centrale sono stati 42.165, il quadruplo rispetto a gennaio-aprile 2022., I migranti arrivano soprattutto da Costa d’Avorio, Guinea e Pakistan. Sono i dati diffusi dall’agenzia Frontex.
Tra gennaio e aprile il numero dei rilevamenti totali a livello Ue è salito a 80.700 (il picco più alto dal 2016), in aumento di circa il 30% rispetto a un anno prima.
Gli ingressi illegali sono calati lungo tutte le rotte quest’anno tranne che nel Mediterraneo centrale, che pesa per oltre la metà del totale degli arrivi.
Il Mediterraneo centrale ha determinato tutto l’aumento del 28% dei rilevamenti totali del 2023; le altre sette rotte hanno registrato cali compresi tra il 7% e il 47%.
Ad aprile in totale sono stati censiti 25.200 attraversamenti irregolari, con un aumento del 25% su base annua.
Sebbene i siriani siano stati finora «la nazionalità più frequentemente rilevata quest’anno» con il 17% del totale su tutte le rotte migratorie, il loro numero è diminuito di poco più della metà negli ultimi mesi «a favore dei subsahariani»: il numero di ivoriani è aumentato di 8 volte e le registrazioni di cittadini della Guinea sono quintuplicate.
La rotta del Mediterraneo orientale, tra Turchia e Grecia, ha fatto segnare ad aprile 1.473 attraversamenti; 7.856 in totale nei primi quattro mesi dell’anno, pari a meno 31% rispetto allo stesso periodo del 2022.
Nel Mediterraneo occidentale, tra Africa e Spagna, gli attraversamenti il mese scorso sono stati 830, 2.876 tra gennaio e aprile 2023, pari a meno 15% rispetto ai primi quattro mesi del 2022.
La rotta dei Balcani occidentali (Macedonia del Nord, Serbia e Bosnia fino a Ungheria e Croazia) ha registrato un significativo calo tra gennaio e aprile. Nei primi quattro mesi del 2023 sono stati rilevati 22.546 passaggi irregolari, con una diminuzione del 21% rispetto all’anno precedente.
La maggior parte dei migranti rintracciati nei Balcani provengono da Siria, Afghanistan e Turchia. Secondo Frontex, uno dei fattori del calo è la politica dei visti (che si è allineata in tutta l’area a quella dell’Ue) unita al pugno di ferro dell’Ungheria: nel 2022, denuncia Amnesty International, il governo magiaro ha respinto al confine 157.879 persone.
Parigi schiera i droni al confine
La Francia, intanto, ha deciso di avvalersi dell’utilizzo dei droni per gestire il flusso di migranti al confine con l’Italia. I droni sono infatti legittimati ad operare nella zone delle Alpi che segnano il confine con il nostro paese.
La decisione arriva in risposta ad una precisa richiesta di intervento da parte della polizia di frontiera. La Francia ha emanato due specifiche ordinanze amministrative lo scorso 10 maggio che autorizzano l’impiego dei droni nei prossimi tre mesi in queste zone così delicate.
Secondo quanto dichiarato da oltralpe, infatti, pare che dall’inizio del 2023 il flusso dall’Italia alla Francia sia quadruplicato e circa 9mila persone irregolari siano state intercettate alla frontiera.