Un rapporto annuale per fare il punto della situazione sulla rete Sai. Il Sistema di accoglienza e integrazione che ha sostituito gli Sprar, e che mette insieme da vent’anni i comuni italiani. Quest’anno infatti la rete nata nel 2002 in seno all’Anci, Associazione nazionale comuni italiani, compie due decadi.
Nel 2021, stando alle anticipazioni, sono stati 851 i progetti finanziati dal Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo, 41 destinati alle persone con disabilità mentale a fisica, 239 per minori non accompagnati e 571 per le restanti categorie di migranti. 34.744 i posti in accoglienza. 722 gli enti che hanno aderito al progetto, insieme a 1.172 comuni coinvolti nel sistema e 1.796 interessati ai progetti, il 95% dei quali sotto i 5mila abitanti.
Numeri, questi del report 2022, che fotografano la micro-accoglienza diffusa italiana che, nel 2021, ha visto ospitare 42.464 persone. Per lo più provenienti da Nigeria, Bangladesh, Pakistan, Mali, Somalia, Tunisia, Afghanistan, Gambia, Costa d’Avorio e Guinea. Migranti arrivati nella maggior parte dei casi tramite lo sbarco sulle coste (68,8%), cui si aggiungono quelli entrati attraverso le frontiere terrestri (11,5%) o aeroportuali (7,3%).
Tra queste, 9.877 sono minori non accompagnati, minori che rappresentano il 23,3% del totale, registrando un incremento del 39% rispetto al 2020. A crescere, oltre agli arrivi, è anche la disponibilità di posti dedicati a questa fascia di età 0/17 anni: 239 i progetti per un totale d 6.683 posti.
In questi venti anni il sistema Sprar/Sai è cresciuto molto, passando da circa un migliaio di posti disponibili ai 36mila di quest’anno. Una disponibilità che ha permesso di includere nell’accoglienza anche per persone ucraine arrivate a partire da febbraio. A oggi, secondo il report Anci infatti, sono 740 i profughi accolti, per lo più, per il 71%, donne sole con i figli.
In cima alla lista delle regioni accoglienti c’è l’Emilia Romagna, è qui che sono state accolte il 22% delle persone arrivate dall’Ucraìna. A seguire Lazio e Campania. Un numero questo dei profughi ucraini che nel primo periodo è stato in continua crescita, tanto che il ministero dell’interno ha chiesto al sistema Sai ulteriori 3.530 posti, ricevendo la disponibilità di 6.812 unità per nuclei familiari da inserire in 280 progetti sparsi per l’Italia.
Prima ancora dei profughi ucraini, a fine estate dello scorso anno, c’era stata l’accoglienza delle persone in fuga dall’Afghanistan. 1.907 quelle inserite nel sistema di micro-accoglienza. In questo caso però, ad arrivare furono più uomini (55%) che donne (45%), con una percentuale di minori pari al 37%, distribuiti maggiormente tra Calabria (15%), Campania (13%), Puglia e Lazio (10%).
Oltre a coloro che entrano nel sistema Sai ci sono anche coloro che escono dall’accoglienza. Nel corso del 2021 sono stati 17.162, per lo più a termine del percorso (49,1%) o per loro decisione di porre fine in anticipo al periodo (46,3%). I primi, 8.431, costituiscono un numero importante e positivo, sostenuto dagli enti che si sono adoperati perché ci fosse un sistema integrato nel territorio che permettesse un inserimento nella società dopo il percorso di accoglienza diffusa.