Kenya: istituita una giornata di festa nazionale per piantare alberi
Ambiente
Il 13 novembre i cittadini sono chiamati a contribuire al progetto governativo di piantumazione di 15 miliardi di alberi entro il 2032
Kenya: istituita una giornata di festa nazionale per piantare alberi
08 Novembre 2023
Articolo di Redazione
Tempo di lettura 3 minuti

Ieri, il ministro dell’interno del Kenya, Kithure Kindiki, ha annunciato a sorpresa che il 13 novembre sarà una giornata di festa nazionale, dedicata alla piantagione di alberi.

In quel giorno “la popolazione sarà chiamata a piantare alberi come contributo patriottico agli sforzi nazionali per salvare il nostro paese dagli effetti devastanti del cambiamento climatico”, ha affermato Kindiki.

L’obbiettivo, ha dichiarato la segretaria di gabinetto per l’ambiente, i cambiamenti climatici e la silvicoltura, Roselinda Soipan Tuya – prima donna maasai a ricoprire quel ruolo -, è che ciascuno dei 50 milioni di kenyani metta a terra e coltivi 30 piantine ogni anno.

E per consentire selezionare le specie adatte, documentare, tracciare e monitorare la crescita degli alberi, Tuya ha invitato i cittadini a scaricare sul proprio smartphone un’apposita applicazione, chiamata Jazamiti.

La notizia ha fatto sollevare qualche sopracciglio, soprattutto tra gli ambientalisti, ma c’è anche chi ha ricordato gli insegnamenti dati al mondo in questo senso da Wangari Maathai, fondatrice del Green Belt Movement e prima donna africana a vincere il Premio Nobel per la Pace, nel 2004, proprio per la sua politica di rinverdimento.

Il progetto, che sfrutta la corrente stagione delle piogge, fa parte del piano di piantumazione di 15 miliardi di alberi entro il 2032 – 1,5 miliardi all’anno -, annunciato dal presidente William Ruto a luglio, in concomitanza, però, alla sua controversa decisione di rimuovere il divieto di disboscamento, imposto dal suo predecessore nel 2018 a tutela dell’ecosistema e delle sempre più preziose fonti idriche del paese.

Una misura sospesa lo scorso 12 ottobre dalla Corte per l’ambiente e il territorio per mancanza di dibattito pubblico sulla questione. E in effetti il via libera alla deforestazione, motivato da Ruto con la necessità di “fare cassa” sviluppando l’industria del legname, era stata duramente contestata dentro e fuori il paese.

A maggior ragione dopo le promesse ambientaliste del presidente che fin dalla campagna elettorale aveva fatto della “rivoluzione verde” uno dei suoi cavalli di battaglia. Diventando il portabandiera in Africa dei sempre più numerosi paesi intenzionati a sfruttare i vantaggi economici del controverso mercato dei crediti di carbonio.

La copertura forestale del Kenya è ridotta oggi a circa il 7%. Per aumentare l’estensione del verde a oltre il 10%, il governo ha stanziato quest’anno più di 80 milioni di dollari, parte dei quali sono impiegati, appunto, per la coltivazione dei piccoli alberi da distribuire alla popolazione.

Uno sforzo ambizioso e lodevole ma che rischia di risultare vano, fanno notare gli ambientalisti, per l’incoerenza dei piani governativi che da un lato promuovono le piantagione di alberi e dall’altro il disboscamento delle foreste native.

Copyright © Nigrizia - Per la riproduzione integrale o parziale di questo articolo contattare previamente la redazione: redazione@nigrizia.it