In visita ad Haiti, il 21 settembre scorso, il presidente del Kenya William Ruto ha promesso l’invio di altri 600 agenti di polizia nelle prossime settimane, a rinforzo dei 400 già dispiegati da giugno nell’ambito di una forza multinazionale di sicurezza finanziata dagli Stati Uniti, sostenuta dalle Nazioni Unite e guidata, appunto, dal Kenya.
Il compito è intervenire contro le gang armate che hanno in mano larga parte della capitale Port-ou-Prince e ristabilire l’ordine istituzionale.
Sempre durante la visita nella martoriata isola caraibica, Ruto si anche dichiarato favorevole a una trasformazione dell’attuale missione, detta Multinational Security Support (MSS), in una vera e propria operazione formale di mantenimento della pace delle Nazioni Unite.
Sarebbe questa la proposta lanciata dagli Stati Uniti e contenuta nella bozza di risoluzione che il Consiglio di sicurezza voterà il 30 settembre, quando si deciderà un eventuale rinnovo della missione, in scadenza all’inizio di ottobre.
Ma certo è che gli haitiani guardano a un eventuale nuovo dispiegamento di caschi blu come minimo con scetticismo, ricordando le numerose violazioni dei diritti umani compiute l’ultima volta che i peacekeepers sono stati dislocati nella capitale – per 13 anni, dal 2004 al 2017 con la missione MINUSTAH – quando furono responsabili della diffusione del colera con decine di migliaia di morti e di centinaia di abusi sessuali.
E anche ora, a tre mesi dall’avvio della missione a guida kenyana, la situazione della sicurezza non sembra migliorata, nonostante i proclami di Ruto che ha parlato di «progressi significativi».
A contraddirlo, fa notare Voice of America, è un esperto di sicurezza delle Nazioni Unite, che “solo pochi giorni prima aveva avvertito che la violenza nel paese stava peggiorando mentre le gang espandevano il loro controllo sulla nazione caraibica”.
Una violenza altrettanto grave, se non peggiore, di quando la polizia è stata schierata, secondo molti haitiani.
Ad evidenziarlo è stato anche William O’Neill, esperto per i diritti umani dell’ONU, al termine della sua visita la scorsa settimana. La violenza delle gang si sta diffondendo in tutta Haiti e la polizia nazionale non ha ancora la “capacità logistica e tecnica” per combattere le gang, che stanno conquistando nuovi territori, con “conseguenze umanitarie drammatiche”, ha detto.
D’altronde la missione di sicurezza – che dovrebbe contare un totale di 2.500 uomini – non dispone di forze e risorse sufficienti per affrontare le gang. Ai poliziotti kenyani dall’inizio del mese si sono aggiunti circa due dozzine di poliziotti e soldati dalla Giamaica, mentre finora gli impegni a inviare uomini, presi da Bahamas, Bangladesh, Barbados, Benin e Ciad, sono rimasti sulla carta.