La Cina torna ad aumentare gli investimenti in Africa - Nigrizia
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Dal 2016 i prestiti cinesi erano andati scemando, per poi ridursi drasticamente dagli anni del Covid in poi. Nel 2023, una prima inversione di tendenza. Con Pechino che sembra meno disposta a rischiare rispetto al periodo degli investimenti faraonici della nuova via della seta del 2013-2018
La Cina torna ad aumentare gli investimenti in Africa
30 Agosto 2024
Articolo di Redazione
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Banconote cinesi - immagine d'illustrazione

Dopo 7 anni di cali consecutivi, i prestiti cinesi all’Africa hanno segnato un aumento nel 2023, triplicando rispetto all’anno precedente. La Cina ha erogato circa $4,61 miliardi in 13 prestiti a otto paesi africani e a due istituzioni finanziarie regionali. È quanto riporta un’analisi del Global Development Center della Boston University, pubblicata giovedì. 

L’inversione di tendenza non segna comunque un ritorno ai ben più alti livelli di prestito visti tra il 2013 il 2018. In quel periodo, si registrava una media di $10 miliardi l’anno, con il picco notevole di $28.81 miliardi raggiunto nel 2016. Per la Cina, era la fase di massima espansione creditizia in Africa, nel quadro del progetto faro della presidenza Xi Jinping, la Belt and Road initiative (Bri). Nota anche come ‘la nuova via della seta’, quest’ultima consiste in un’iniziativa strategica di Pechino volta al miglioramento dei suoi collegamenti commerciali dall’Asia all’Europa. 

La fase di investimenti massicci ha subito un forte ridimensionamento a partire dal 2019, causata in primo luogo dalla difficoltà a ripagare dei paesi indebitati. Da notare come tre di questi, Zambia, Ghana e Etiopia, sono poi andati in default tra il 2020 e il 2023 (non solo per la pressione debitoria di Pechino, ma anche per quella di banche private). Seconda poi, una pressione domestica sull’economia nazionale cinese ha spinto a contrarre le spinte estere. Poi, l’arrivo del Covid ha acuito la tendenza ad elargire meno in giro per il globo. 

Lezione appresa per Pechino

A parte il ritorno ad un aumento cosa c’è di nuovo nei prestiti del 2023? Gli analisti della Boston University sottolineano come ci siano i fondi siano andati meno ai paesi e più alle istituzioni finanziarie multilaterali. Qualche cifra per comprendere meglio: tra il 2000 e il 2020, Pechino ha erogato 1,306 prestiti per un totale di $182 miliardi. Una somma astronomica, di cui solo il 5.29% era andato a banche private multilaterali. Mentre nel 2023, il settore finanziario ha ricevuto più della metà del totale annuo, equivalente a circa $2.6 miliardi. Questo cambiamento potrebbe spiegarsi con la volontà di evitare l’indebitamento eccessivo di singoli stati, che tendono ad essere più in difficoltà a ripagare rispetto alle banche regionali. La crisi del debito in Africa è ben presente del resto e minaccia di restare a lungo. 

Ci sono comunque nuove linee di prestito anche verso i paesi più indebitati, con cui Pechino vuole mantenere un rapporto stretto. Inoltre, si conferma uno dei nuovi approcci di investimento della Bri: lo ‘’small is beautiful’’ (il piccolo è bello, in italiano). È una strategia voluta da Xi Jinping a partire dal 2021; consiste nell’orientare i crediti verso progetti più contenuti e, di conseguenza, meno rischiosi a livello finanziario.

In sintesi, Pechino starebbe optando per un approccio più moderato, basato su tre assi: mitigazione dei rischi; riduzione dell’entità dei finanziamenti; e il mantenimento delle relazioni strategiche. Il tutto all’interno di una strategia duplice, in cui da un lato presta in misura sempre maggiore a partner più affidabili (come le banche private regionali) e dall’altro continua la linea di crediti ad alto rischio con i paesi strategici. 

«Da vedere se nel mezzo di questi cambiamenti – concludono gli analisti del report – la politica di partenariato cinese in Africa manterrà la sua qualità nonostante la diminuzione in quantità.» Dati e considerazioni da tenere presente a pochi giorni dal summit Cina-Africa che si terrà a Pechino, dal 4 al 6 settembre.

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