La comunità della terra - Nigrizia
Libri
Achille Mbembe
La comunità della terra
Marietti1820, 2024, pp. 214, € 18,00
04 Ottobre 2024
Articolo di Giuseppe Cavallini
Tempo di lettura 3 minuti

Nel suo ultimo lavoro, La comunità della Terra, Achille Mbembe, storico e filosofo camerunense residente in Sudafrica, docente all’Università Witwatersrand, propone una lettura inedita delle maggiori forze di trasformazione che caratterizzano l’evoluzione di tutti gli esseri viventi.

Superando le secolari certezze eurocentriche, l’autore, fondatore, insieme a Felwine Sarr, degli Ateliers de la Pensée di Dakar, parte dall’idea che la terra sia quella realtà che «accoglie, accomuna e separa i viventi a partire dal loro corpo-abito, sia esso animale, minerale, vegetale o umano». Ma, prosegue il filosofo, «è solo nella relazione che intratteniamo con l’insieme dei viventi che, in ultima analisi, si manifesta la verità di ciò che siamo».

Questo libro completa di fatto una trilogia di saggi da lui scritti che parte con Nanorazzismo. Il corpo notturno della democrazia (2019), e passa per Brutalismo (2023). Se nei suoi primi saggi Mbembe si focalizzava sul senso della mondialità e sulle relazioni a livello globale, in Nanorazzismo, primo volume della trilogia, l’autore tratta il tema della Terra non solo come «ciò che ci è comune, la nostra comune condizione umana», bensì anche come «èra; come epoca, l’èra della Terra».

L’autore affronta in questo testo le dinamiche che spingono a identificare l’altro come nemico, ossia, secondo Mbembe, una delle modalità dominanti di relazionarsi nella società contemporanea. In Brutalismo, l’intento di Mbembe è di descrivere un’epoca, indubbiamente quella che l’umanità sta vivendo, in cui tutte le sfere del vivere sono pervase dal capitale e tutta l’organizzazione umana è soggetta al calcolo digitale. 

Secondo Mbembe, infatti, con la trasformazione artificiale dell’umanità da un lato, e con l’ominazione delle macchine attraverso la robotica dall’altro, si ingaggia una prova esistenziale che, tra l’altro, vede al centro lo scontro sulle materie prime e l’energia. In questo consiste il rischio denunciato da Mbembe riguardo alla Terra, intesa come tutta la realtà: degli esseri umani e del mondo animale, vegetale e materiale.

Di fatto, la brutalizzazione delle relazioni sociali è intrinsecamente legata allo sfruttamento delle materie prime, da cui la necessità di adottare una prospettiva postcoloniale. Contrapponendo ad esso, per l’appunto, la necessità di una rifondazione della comunità umana in solidarietà con tutti gli esseri viventi.

E così si arriva alla Comunità della Terra, che consiste nel proporre un progetto di rivitalizzazione della coscienza planetaria a partire dal ripensamento dell’essere umano verso il cosmo e tutti gli esseri viventi, attingendo in particolare alla filosofia animista africana.

Riferendosi al riguardo alle cosmogonie delle comunità bambara e dogon del Mali, Mbembe disegna un’ecologia politica in cui l’essere umano entra in comunità con tutti gli esseri viventi e ritrova la sua dimensione cosmica.

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