Battuta d’arresto per il nuovo vaccino contro la malaria, il primo approvato dalla Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Il suo principale sponsor, la Bill & Melinda Gates Foundation, ha annunciato di interrompere il supporto finanziario.
Per la fondazione, il tasso di protezione dalla malattia – stimato al 30% – è troppo basso, e la capacità di produzione di dosi è insufficiente. Di lì la decisione di puntare su altre soluzioni con rapporti costi-benefici più convenienti, come la distribuzione di zanzariere.
L’Oms stima il fabbisogno di vaccini a 100 milioni di dosi l’anno, destinate a bambini fino ai 4 anni d’età. Mentre la casa farmaceutica produttrice, la GlaxoSmithKline (Gsk), afferma di poterne produrre solo 15 milioni l’anno, fino al 2028.
La notizia è stata accolta con disappunto dalla comunità scientifica. Molti esperti di medicina tropicale sostengono che per quanto imperfetto, il vaccino prodotto dalla Glaxo possa salvare milioni di vite.
Solo nel 2020, la malaria ha fatto 620mila vittime in Africa. Di cui l’80% erano bambini sotto i 5 anni.
Il ritirarsi della Gates Foundation non significa comunque la fine per il vaccino antimalarico, realizzato per la prima volta nel 2017. Giovedì scorso, l’Oms e l’organizzazione Alleanza per il vaccino Gavi hanno invitato le nazioni interessate a chiedere finanziamenti per l’acquisto e distribuzioni di dosi.