La politica e il “permesso” per lavorare - Nigrizia
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Italia e Spagna: due approcci diversi alla regolarizzazione dell’occupazione migrante
La politica e il “permesso” per lavorare
28 Luglio 2022
Articolo di Redazione
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Braccianti

Mentre in Italia arrancano le assunzioni dei lavoratori e lavoratrici stagionali provenienti da paesi extra Unione europea previste dall’ultimo decreto flussi, soprattutto nei settori dell’agricoltura e turismo. Con grande preoccupazione dei rappresentanti delle categorie interessate. In Spagna, il Consiglio dei ministri dà il via libera a una riforma sul lavoro che favorisce l’accesso al mondo occupazionale delle persone straniere già presenti nel territorio ma ancora irregolari.

Così, mentre nel nostro paese stentano ancora a decollare le regolarizzazioni legate ai permessi di soggiorno per lavoro e quelli riguardanti il decreto flussi varato nel dicembre 2021 per le esigenze del 2022, la Spagna sceglie un’altra strada con l’obiettivo di venire incontro alle persone già presenti e alle esigenze di manodopera espresse dai vari territori.

Il decreto flussi italiano che prevedeva, per quest’anno, una finestra per l’ingresso di 42mila stagionali e di 27.700 non stagionali, per un totale di 69.700 lavoratori, ha registrato, solo per i lavoratori e le lavoratrici stagionali, nel primo giorno del cosiddetto click day, il 1° febbraio, quasi 99mila domande.

Richieste che, alla fine del termine, sono arrivate a un totale di 205mila domande. Numeri che, insieme alla continua domanda di manodopera e braccianti da parte delle categorie lavorative, avevano indotto la ministra dell’interno Luciana Lamorgese a ipotizzare un secondo decreto flussi immediato, con quote d’ingresso ancor più elevate.

Intanto che in Italia si ipotizza e cade il governo, in Spagna, il ministro dell’inclusione e delle migrazioni José Luis Escrivá spiega l’ultima riforma che ha avuto il lasciapassare dal Consiglio dei ministri. Una legge che prevede l’introduzione di autorizzazioni lavorative alle persone migranti che si trovano senza permesso di soggiorno ma già nel paese almeno da due anni. Persone che, in cambio della regolarizzazione siano disposte a svolgere dei corsi di formazione in quegli ambiti lavoratici in cui vi è necessità di manodopera.

La riforma guarda anche a chi offre il lavoro e intende assumere lavoratori o lavoratrici straniere nei propri paesi d’origine o coloro che si trovano già in Spagna per motivi di studio e vogliano nel frattempo iniziare a lavorare. Per questi, lo stato prevede delle agevolazioni che ne facilitano le assunzioni regolari. Un modo, per Escrivá, di venire incontro a una migrazione più legale.

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