Dell’Africa si parla spesso in relazione alle diverse disgrazie che l’affliggono – e d’altra parte, soprattutto nell’ultimo anno, le difficoltà che l’hanno coinvolta non sono indifferenti.
C’è però una nota positiva che va sottolineata, ed è la sua grande capacità resiliente. Termine ormai inflazionato, quasi banalizzante, ma che ben descrive il quadro economico offerto dal nuovo report redatto dalla società Control Risks insieme all’Oxford Economics Africa.
Dalle pagine del loro studio emerge un prospetto che, senza sottovalutare le sfide, fa luce, dati alla mano, sulle risorse e sui guadagni che l’Africa porta a casa, nonostante tutto.
Nello specifico, viene fatto un bilancio dei rischi e in proporzione, del rendimento, che interessano i singoli paesi, annesso al quadro geopolitico e alle aree di influenza in cui si collocano i diversi stati.
L’analisi dei fattori di rischio, a livello economico, viene fatta valutando la stabilità politica, le relazioni internazionali, la sicurezza ambientale e altri elementi più strettamente legati al mondo dell’economia e del business. L’analisi del rendimento si focalizza non solo sulle entrate, ma sulle possibilità di investimento che presenta il paese e sulle prospettive future di crescita economica.
Paesi in crescita
È emerso che per molti paesi c’è stata una crescita positiva del tasso di rendimento rispetto all’anno scorso e che solo tre hanno dimostrato un crollo significativo, ovvero Ghana, Sudafrica e Egitto, in cui l’inflazione, la crisi economica (e soprattutto energetica nel caso del Sudafrica) hanno fatto crollare il valore degli investimenti.
Il paese che dal 2022 al 2023 ha mostrato la crescita complessiva più significativa è lo Zambia, che dall’anno precedente ha aumentato il proprio punteggio in positivo di 1.19 (l’ultimo paese ad avere superato la soglia dell’unità). Seguono Uganda, Senegal, Marocco e Camerun.
Senegal e Marocco sono tra l’altro due dei cinque paesi in cui il tasso di rendimento è stimato come più alto rispetto a quello di rischio, insieme a Costa d’Avorio, Botswana e Mauritius.
Caso diverso per Etiopia e Nigeria, che nonostante abbiano un punteggio molto elevato per quanto riguarda i fattori di rischio, bilanciano con un quadro altrettanto positivo di rendimento, una dimostrazione della tenacia dell’economia dei due paesi.
Il Nord Africa è l’area del continente con l’aumento più significativo gli investimenti stranieri nel 2022 e registra una crescita del 58%. Un tracollo, invece, per l’Africa australe, dove sono calati dell’84% rispetto al 2021.
Pro e contro
Va segnalato che la concorrenza crescente tra le tre diverse polarità che si contendono il mercato, è destinata ad aumentare la potenziale ricchezza che si prevede verrà investita. Dal 2017 al 2022, la Cina ha investito 10 miliardi di dollari e sono aumentati anche gli scambi con la Russia, passando dai 9,9 miliardi del 2013 ai 17,7 miliardi nel 2021. Senza contare le cifre da capogiro che hanno promesso gli Stati Uniti: durante l’ultimo vertice Usa-Africa, lo scorso dicembre, gli Usa si sarebbero impegnati a investire ben 55 miliardi di dollari nei prossimi tre anni. Una contesa che da un lato genera una lotta per l’accaparramento delle risorse, spesso negativa per il continente, ma che dall’altro porta un afflusso importante di potenzialità e sviluppo.