Sono passati otto anni da quel 3 giugno del 2016, quando, a inaugurarlo, arrivò il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Oggi il Museo della Fiducia e del Dialogo, dedicato alle vittime del mar Mediterraneo chiude.
L’isola di approdo, Lampedusa, perde questo spazio espositivo voluto dal Comitato 3 ottobre, realtà il cui nome richiama la data di un tragico naufragio, quello avvenuto il 3 ottobre del 2013, in cui persero la vita 368 persone migranti.
Dopo 75mila visite, l’ente gestore ne ha annunciato la chiusura. «Prendo atto che, nonostante gli sforzi e il lavoro fatto, non ci sia stata e non ci sia la volontà di continuare ad avere a Lampedusa un museo dedicato alle migrazioni», ha dichiarato il presidente del Comitato che gestiva il museo, Tareke Brhane.
Chi dovrà gestire ora, il Parco Archeologico Valle dei Templi di Agrigento, ha fatto una proposta di convenzione che per il Comitato è irricevibile. «10mila euro all’anno per solo due stanze di circa 50 metri quadrati in totale, con il vincolo di dover concordare il tipo di installazioni», ha affermato Brhane.
Oltre al fatto che, ha aggiunto il presidente, «spiace constatare che il nuovo gestore non abbia ritenuto opportuno mantenere viva la parte dedicata alle vittime delle migrazioni, del dialogo e della memoria, nonostante il fatto che l’anno prossimo Agrigento (e Lampedusa di conseguenza) sarà la Capitale italiana della cultura».
Accoglienza e dialogo erano infatti stati due temi centrali per la candidatura a gestire il sito museale. Dal 2016 il Comitato 3 ottobre, con due protocolli d’intesa non onerosi, siglati con il Comune di Lampedusa e Linosa e il Miur, era stato l’ente gestore del primo piano del sito dedicato ai fenomeni migratori, garantendo l’accesso gratuito anche al museo archeologico delle Pelagie.
Una stanza dedicata al naufragio, con un itinerario multimediale con immagini e suoni per immergersi in una realtà quotidiana nel Mediterraneo.