La Laudate Deum, un monito per i cristiani d’Occidente - Nigrizia
Alex Zanotelli Ambiente Chiesa e Missione Pace e Diritti
Fermoposta / Dicembre 2023
La Laudate Deum, un monito per i cristiani d’Occidente
Otto anni dopo la pubblicazione della 'Laudato Si’', Papa Francesco è costretto a tornare sul tema. Il testo contiene un appello anche ai leader mondiali, riuniti a Dubai per la COP28
04 Dicembre 2023
Articolo di Alex Zanotelli
Tempo di lettura 3 minuti
(Credit: Avvenire)

Questo articolo è uscito nel numero di Nigrizia di dicembre 2023

Caro Alex,
ho letto la recente esortazione di papa Francesco ‘Laudate Deum’. Molti hanno espresso il parere che qualunque ambientalista avrebbe potuto scrivere le stesse cose. E sostengono che il papa avrebbe dovuto porre in risalto la dimensione biblica ed evangelica della responsabilità di preservare il creato. Secondo questi critici, l’ultima parte dello scritto avrebbe, insomma, dovuto essere posta all’inizio, specie l’ultima postilla che dice: “… un essere umano che pretende di sostituirsi a Dio diventa il peggior pericolo per sé stesso” Quale valutazione dai dell’esortazione e dei suoi critici? (Giuseppe Airoldi)


Questa lettera mi dà l’opportunità di tornare sull’importante documento di Papa Francesco che è la Laudate Deum, l’esortazione apostolica del Santo Padre pubblicata a ottobre. È importante chiarire che questo testo non è un’appendice alla Laudato Si’, l’enciclica sull’ecologia integrale pubblicata nel 2015 che resta il documento fondamentale per tutti gli aspetti della crisi ambientale e sociale. Purtroppo però la Laudato Si’ è stata più accolta dagli atei che dalle comunità cristiane di Occidente. Papa Francesco dopo otto anni è costretto a ritornare su temi già trattati nel suo testo caposaldo del 2015.

«Ma, con il passare del tempo – scrive il Santo Padre – mi rendo conto che non reagiamo abbastanza, poiché il mondo che ci accoglie si sta sgretolando e forse si sta avvicinando a un punto di rottura» (2). L’esortazione di Francesco è uno schiaffo soprattutto alle comunità cristiane d’Occidente, che non hanno preso seriamente il dramma del cambiamento climatico. Trovo incredibile infatti, che dopo soli otto anni il Papa debba uscire con un altro documento in proposito.

I critici alla Laudato Si’ sono soprattutto i cristiani che vivono in Occidente e in modo particolare quelli che risiedono negli Stati Uniti. La ragione è semplice e ce la spiega il Pontefice nel suo nuovo documento. «Se consideriamo che le emissioni pro capite negli Stati Uniti sono circa il doppio di quelle di un abitante della Cina e circa sette volte maggiori rispetto alla media dei Paesi più poveri, possiamo affermare che un cambiamento diffuso dello stile di vita irresponsabile legato al modello occidentale avrebbe un impatto significativo a lungo termine» (72).

È dentro questo modello occidentale citato da Papa Francesco ci siamo anche noi italiani. Ma perché non abbiamo ascoltato l’allarme lanciato dalla Laudato Si’ già otto anni fa? Il Santo Padre ci dice nella sua Laudate Deum, che è perché siamo prigionieri del paradigma tecnocratico. Che altro non è se non la ricerca del massimo guadagno, al minimo costo, in un mondo che trattiamo come un oggetto di sfruttamento, di uso sfrenato, di ambizione illimitata. Noi occidentali non siamo disponibili a rimettere in discussione il nostro stile di vita, e questo vale sia per i cittadini che per i cristiani, che di cambiamento non ne vogliono parlare.

Purtroppo i leader mondiali hanno rinunciato al loro potere di agire insieme per il bene comune (Papa Francesco dedica un intero capitolo alla COP28 in corso a Dubai: non possiamo permetterci un altro fallimento). La “conversione ecologica” dei governi e delle istituzioni pubbliche non potrà avvenire se la società civile non farà «pressione sui fattori di potere» (38). Questo vale per la società civile e per le comunità cristiane. Ecco perché è fondamentale una vera conversione ecologica in seno alle nostre comunità cristiane, per far partire un grande movimento che faccia pressione sul governo, prigioniero delle multinazionali dell’energia. È imprescindibile, perché altrimenti ci attende il baratro del cambiamento climatico. 

Copyright © Nigrizia - Per la riproduzione integrale o parziale di questo articolo contattare previamente la redazione: redazione@nigrizia.it