Le attiviste della Sierra Leone hanno vinto. Dopo una lunga campagna di società civile e ong il parlamento del paese ha approvato all’unanimità un disegno di legge che la stampa di Freetown non esita a definire «storico»: la misura vieta infatti i matrimoni precoci, una pratica abusante che riguarda centinaia di migliaia di minori del paese.
Nello specifico la normativa approvata dai deputati della Sierra Leone, denominata Child Marriage Act 2024, introduce il divieto dei matrimoni precoci, criminalizzando l’atto di sposarsi o di contrarre un’unione con un minore di età inferiore ai 18 anni. La legge comprende disposizioni per imporre sanzioni ai trasgressori, compresa la condanna fino a 15 anni di carcere, proteggere i diritti delle vittime e garantire l’accesso all’istruzione e ai servizi di supporto per le ragazze colpite da matrimoni precoci.
Dati del ministero della Salute mostrano che la Sierra Leone ha uno dei tassi di matrimoni precoci, gravidanze precoci e mortalità materna tra i più alti al mondo. Nel paese si contano oltre 800mila “spose bambine”, 400mila delle quali si sono sposate prima dei 15 anni, stando a quanto calcolato dall’Unicef, il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia. Il paese presenta poi uno dei più alti tassi di gravidanze precoci al mondo: stando a dati del 2020, il 28% delle ragazze di età compresa fra i 15 e 19 anni aveva già avuto un bambino o era incinta al momento della rilevazione. In Sierra Leone, putroppo, si registra anche uno dei dati peggiori per quanto concerne la mortalità materna: cifre dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) del 2019 riportano 717 decessi ogni 100mila parti.
I matrimoni precoci sono poi parte di un più ampio contesto di marginalità. A causa della povertà infatti, in Sierra Leone molte ragazze in non riescono a frequentare la scuola. Vengono poi fatte sposare dalle loro famiglie nel tentativo di migliorare la loro situazione finanziaria o di saldare i debiti.
Una legge per il futuro
Una delle realtà che ha sostenuto la società civile nella mobilitazione che ha spinto all’emanazione di questa legge è l’ong Save the Children. Patrick Analo, direttore nazionale dell’organizzazione in Sierra Leone, ha dichiarato: «Questo è un momento storico e un risultato straordinario per i bambini di tutto il paese, che hanno combattuto per i loro diritti. Le ragazze che si sposano giovani non vengono solo sottratte della loro infanzia, ma anche del loro futuro. Subiscono danni permanenti alla loro salute fisica e mentale, sono privati delle opportunità di apprendere, crescere, giocare e svilupparsi e sono escluse da future opportunità educative ed economiche che hanno un impatto anche sulle loro famiglie e comunità». Analo ha poi concluso: «Grazie all’impegno di giovani e ragazze si sta creando una nuova realtà per quasi quattro milioni di bambini in tutta la Sierra Leone».
Il processo che ha condotto allo storico traguardo in Sierra Leone ha visto il coinvolgimento del ministero per le Questioni di genere e l’infanzia e poi la presenza attiva della moglie del presidente, Fatima Maada Bio.
L’ufficio della First Lady ha anche invitato i leader della comunità a sostenerne attivamente l’attuazione del nuovo provvedimento.
Come detto, la norma è stata approvata all’unanimità. La dimensione trasversale della misura dal punto di vista politico è stata sottolineata anche da Catherine Tarawally, presidente della commissione sul genere del parlamento nonché esponente del maggior partito di opposizione del paese, l’All People’s Congress (APC). «Questa non è una legge dell’SLPP o dell’APC- ha affermato la deputata in riferimento al suo partito e a quello al governo – ma una legge che resisterà alla prova del tempo per la Sierra Leone».