In un rapporto pubblicato ieri, a pochi giorni dalle elezioni generali del 7 ottobre in Lesotho, Amnesty International denuncia un “modello pericoloso di violazioni dei diritti umani, tra cui tortura, uccisioni illegali e uso eccessivo della forza”, perpetrate sistematicamente dalle forze di sicurezza in un clima di sostanziale impunità.
Un modello, ha affermato Muleya Mwananyanda, direttore di Amnesty per l’Africa orientale e meridionale, che «è stata una caratteristica comune degli ultimi cinque anni sotto l’attuale governo di coalizione».
In vista del voto, Mwananyanda invita quindi «i candidati politici in lizza per posizioni di leadership, compresi i seggi parlamentari», a «impegnarsi a porre il rispetto dei diritti umani e la responsabilità per le passate violazioni dei diritti umani al centro delle loro campagne». E, se eletti, a «garantire l’accesso alla giustizia e rimedi efficaci alle vittime di questi crimini contro i diritti umani».
Nel rapporto si ricorda l’ultimo episodio di violenza gratuita, avvenuto il 16 giugno scorso, quando la polizia ha aperto il fuoco contro gli studenti dell’Università Nazionale del Lesotho, che stavano protestando contro i tagli al loro assegno di sussistenza, anche se non rappresentavano un minaccia imminente.
Lo sparo ha ucciso uno studente, Kopano Francis Mokutoane, e ne ha feriti molti altri. Diversi agenti di polizia sono stati sospesi per uso eccessivo e illegale della forza, ma non sono stati processati. Molti altri i casi di omicidi, torture e maltrattamenti riportati dai ricercatori dal 2017.
«È tempo che le autorità del Lesotho adottino un atteggiamento di tolleranza zero nei confronti di uccisioni illegali, torture e altri maltrattamenti da parte delle loro forze di sicurezza e assicurino che i sospetti responsabili siano tenuti a rispondere. Le vittime devono avere accesso alla giustizia e rimedi efficaci», ha affermato Mwananyanda.
Attualmente uno studio legale della capitale Maseru sta perseguendo 58 casi di brutalità della polizia registrati dal 2018, se si andrà a processo le autorità di polizia dovranno rispondere di crimini che vanno dall’omicidio all’aggressione, alla tortura e alla morte in custodia.