Lesotho: il paese con più suicidi al mondo - Nigrizia
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Un reportage di BBC Africa racconta il disagio psicologico che serpeggia nella piccola nazione dell’Africa meridionale
Lesotho: il paese con più suicidi al mondo
Le maggiori cause sono violenze sessuali, disoccupazione, dolore per la morte di persone care o l’abuso di droghe e alcol. Situazioni frequenti, aggravate dall’assenza delle istituzioni e dal forte stigma sociale
13 Agosto 2024
Articolo di Redazione
Tempo di lettura 4 minuti

Il Lesotho ha il triste primato del più alto tasso di suicidi al mondo.

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), infatti, ogni anno nella piccola nazione montuosa enclave del Sudafrica si tolgono la vita oltre 87 persone su 100mila abitanti.

Un numero che, secondo i dati raccolti dall’OMS, supera del doppio il paese successivo nella lista, la Guyana, in Sud America, dove la cifra è poco più di 40.

Un numero, quello del Lesotho, che è quasi 10 volte superiore alla media globale, che ammonta a 9 suicidi ogni 100mila persone.

Una tragica statistica – come racconta un reportage del giornalista di BBC Africa Andre Lombard – che organizzazioni non governative come HelpLesotho sono determinate a ridurre drasticamente, aiutando con sessioni regolari di terapia di gruppo soprattutto i giovani e le donne, le categorie fragili e più tentate al suicidio.

Traumi al femminile

«Stiamo cercando di nascondere il fatto che si tratti un fenomeno quasi endemico. E lo dico partendo dal fatto che personalmente ho perso tre cari amici che si sono suicidati, mentre io stessa ho tentato di farlo», ha raccontato al reporter della BBC una paziente di 24 anni presa in cura da Lineo Raphoka, assistente sociale operante a Hlotse, città a due ore dalla capitale Maseru.

«Quasi tutti dove vivo io hanno avuto istinti suicidi o conoscono qualcuno che è morto togliendosi la vita», ha aggiunto la donna.

Un’altra paziente trentacinquenne racconta al gruppo seguito da Raphoka di essere stata violentata mentre era ricoverata in ospedale. «Il medico mi disse che ero molto attraente. Poco dopo estrasse una pistola minacciandomi che mi avrebbe sparato se non avessi acconsentito al suo desiderio di possedermi».

«Spesso sono stata tentata di togliermi la vita, mi sembrava la soluzione migliore ma non riuscivo perché non avevo la volontà forte a sufficienza per farlo. Ciò che mi tratteneva era l’amore dei miei fratelli e sorelle, convinti che io sia forte anche se mi sento estremamente fragile».

Il peso di violenza e stigma

Secondo Raphoka le maggiori cause della scelta di togliersi la vita sono le violenze sessuali subìte, la disoccupazione, il dolore per la morte di persone care o l’abuso di droghe e alcol.

Secondo un rapporto della World Population Review del 2022, l’86% delle donne in Lesotho ha subito violenza di genere. Mentre la Banca Mondiale ha osservato che due giovani su cinque non hanno né un lavoro né un’istruzione di base.

Raphoka aggiunge tra l’altro che i giovani per lo più non ricevono grande sostegno dalle loro famiglie, dai loro amici o da altri generi di relazioni.

Per quanto riguarda problemi psicologici o mentali, molte persone ripetono spesso che non si sentono a proprio agio nel parlare della propria condizione di fragilità e che parlandone si sentirebbero giudicati.

Istituzioni finora assenti

Quando le persone cercano aiuto, peraltro, si trovano di fronte un sistema sanitario pubblico con gravi carenze. L’unica unità psichiatrica del paese dal 2017 non dispone di uno psichiatra qualificato.

Il governo, d’altro canto, non ha mai elaborato una politica nazionale riguardo alla salute mentale e psicologica, una carenza che l’attuale governo, eletto nell’ottobre 2022, si dice intenzionato a colmare.

Mokhothu Makhalanyane, deputato responsabile della commissione parlamentare che si occupa di questioni sanitarie, ha ammesso che «la salute mentale è diventata una pandemia in Lesotho».

Il parlamentare ha indicato poi a Lombard i punti su cui si intende agire. «Stiamo intensificando l’opera educativa necessaria a partire dalla scuola elementare fino alle scuole superiori, nei luoghi in cui i giovani si riuniscono, come i tornei di calcio, i concerti e le manifestazioni folkloristiche o culturali».

«Si è inoltre avviata una politica specifica a livello di cura e di trattamento che consentirà alle persone colpite da problemi mentali di sottoporsi a processi di riabilitazione», ha spiegato.

«Così come il Lesotho ha affrontato con successo la sua battaglia contro l’HIV/AIDS, lo stesso sforzo il governo si è ripromesso di compiere nell’affrontare i problemi che portano molti a soffrire di disturbi mentali o a coltivare la tentazione di togliersi la vita», ha concluso.

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