La Liberia ha una legge che legalizza la doppia nazionalità. È stata promulgata venerdì scorso dal presidente George Weah e va a sanare un divieto che risale al 1973. Un divieto che, secondo un’opinione diffusa, andava ad avvantaggiare le élite del paese che, aggirando la legge, possedevano anche la nazionalità americana.
Va ricordato che il piccolo paese dell’Africa Occidentale è stato fondato nel 1841 sotto l’impulso del Congresso degli Stati Uniti per creare un movimento di ritorno in Africa di schiavi neri affrancati. E anche oggi c’è una forte diaspora liberiana che vive negli Stai Uniti.
Dunque la legge consente a tutti di avere la doppia nazionalità e però pone dei precisi limiti. I liberiani con la doppia nazionalità non possono esercitare le funzioni di presidente, di ministro delle finanze o di governatore della Banca centrale. E non possono occupare ruoli di alta responsabilità nella sicurezza nazionale. La legge specifica che se un cittadino vuole presentarsi alle elezioni in Liberia deve rinunciare alla cittadinanza dell’altro paese almeno un anno prima, presentando la sua candidatura alla Commissione elettorale nazionale.
Con un referendum che si è tenuto nel dicembre 2020 e fortemente voluto dal presidente Weah, si è tentato di togliere questa rinuncia legata all’esercizio elettorale, ma solo il 51,5% dei votanti si erano pronunciati a favore, mentre serviva una maggioranza dei due terzi.